LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, gli interessi del boss Mosca nella ditta delle pulizie del comune

Il sindaco Cimmino: 'Ho inviato un esposto alla Procura nel 2018'

di Redazione
Castellammare, gli interessi del boss Mosca nella ditta delle pulizie del comune

"Nella ditta di pulizie al Comune gli interessi del boss Sergio Mosca". E' uno dei tasselli che il pentito Pasquale Rapicano consegna ai magistrati che indagano sul clan D'Alessandro. Un'impresa collegata al clan di Scanzano che avrebbe spostato i suoi interessi su un appalto pubblico ancora più interessante, come quello dell'ospedale San Leonardo. Un rapporto di cui Rapicano è sicuro perché in quella ditta era stata inserita la moglie. Un'assunzione di copertura considerato il ruolo che gli inquirenti della Dda assegnano al marito, uomo fidato della cosca, in grado di fare affari da milioni di euro con la droga e le estorsioni. Sarebbe stato lo stesso boss ad inserire la moglie di Rapicano nella ditta collegata direttamente a lui. E che per di più avrebbe ottenuto quei lavori con procedure non trasparenti. 

All'impresa tirata in ballo dal collaboratore di giustizia, nella recente inchiesta che ha portato all'arresto di capi e colonnelli dei D'Alessandro, erano state concesse più proroghe all'interno di Palazzo Farnese. Procedimenti sospetti su cui si concentra una relazione del segretario generale, Monica Cinque, nel 2018. In questi giorni in cui la vicenda giudiziaria si intreccia con quella politica, per la richiesta di inviare gli ispettori della Prefettura al comune, il sindaco Gaetano Cimmino rivendica il risultato di avere mandato via quella ditta indicando la strada di una nuova gara d'appalto.   

Così Cimmino ricostruisce le tappe della vicenda che è nei fascicoli della Dda: "Era il 27 luglio 2018 quando con una nota dettagliata ho chiesto al segretario generale dell’epoca, Monica Cinque, di relazionare in merito ai criteri con cui gli uffici competenti avevano provveduto a prorogare il servizio di pulizia e a determinare gli importi dei ribassi, specificando tra l’altro se agli atti risultavano lettere di contestazione".

Una proroga a favore della ditta che Cimmino ha fatto oggetto di una denuncia alla Procura della Repubblica: "Una nota a cui il segretario aveva risposto evidenziando di aver riscontrato due atti non conformi, relativi rispettivamente ad una proroga e alla conseguente liquidazione relative al 2017, definendo alcune prescrizioni di cui gli uffici di settore non avrebbero tenuto conto. Ebbene, all’esito di tale nota, il 17 settembre 2018 ho deciso di inviare un esposto alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata per chiedere di approfondire in merito alle procedure di assegnazione del servizio. E da allora nessuna proroga è stata più accordata alla ditta presso codesto ente".


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15-04-2021 13:26:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA