LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, gli Imparato compravano droga a Secondigliano: giro d'affari da centomila euro a settimana

A Michele il ruolo di controllore dell'esercito di vedette e pusher, a busta paga della cosca

di Redazione
Castellammare, gli Imparato compravano droga a Secondigliano: giro d'affari da centomila euro a settimana

Cocaina da Secondigliano al Savorito. Un affare dalle cifre importanti con un giro di soldi investiti in stupefacenti che superava i cinquantamila euro a settimana. È Michele Imparato a fare i calcoli quando con un blitz, nel quartiere bunker alla periferia di Castellammare, i carabinieri trovano droga nei tombini. Secondo il fratello del ras, con il sequestro di cocaina e marijuana, i militari hanno messo sotto chiave un tesoretto della cosca stimato sui centomila euro. Una perdita di cui non si fa capace arrivando a sospettare che ci siano state soffiate da parte di abitanti del quartiere. Un sistema, quello dello spaccio nel rione Savorito, con cui Salvatore Imparato e suo fratello reggono un'organizzazione con ragazzini e uomini assoldati come vedette, pusher e corrieri pronti ad andare in galera per una paga dai cento ai duecento euro a settimana. Un esercito al servizio dei "Paglialone", con vendita di hashish, marijuana e cocaina che vede diminuire i propri incassi dopo ogni blitz. Una piazza controllata, perciò, tutto il giorno da vedette in scooter elettrici e, con pusher che venivano costantemente sostituiti ad ogni retata. Toccava a Michele Imparato decidere chi doveva essere punito e chi premiato, controllare che le vedette non si distraessero, con l'ossessione che i controlli delle forze dell'ordine potessero mettere in crisi il sistema su cui vivevano molte famiglie del quartiere. Un monopolio conquistato grazie alla fedeltà ai D'Alessandro, mai traditi negli anni anche dopo la prova del carcere. Una fedeltà riconosciuta dalla cosca di Scanzano che autorizza l'acquisto della droga dagli "alleati" di Secondigliano. E dalle intercettazioni spunta anche una donna, come finanziatrice delle operazioni di acquisto. È indagata Annamaria Schettino, che a telefono si faceva chiamare Marilù. Diversi gli incontri in cui avveniva il passaggio di soldi, diecimila e anche quindicimila euro, che gli Imparato prendevano dalle sue mani per pagare Nicola Capasso, il fornitore di Secondigliano, nascondendo i soldi in una scatola di biscotti. Per il gip non è chiaro se la donna facesse parte dell'organizzazione o prestasse i soldi a tassi usurai. E quindi per lei non è scattato l'arresto chiesto dalla Dda. Anche perché ad un certo lei chiede di parlare solo via WhatsApp, come precauzione. Se la donna resta nell'inchiesta come indagata sono, invece, finiti in cellq i boss Michele Imparato "zì Peppe" e suo fratello Salvatore "Totore 'o paglialone" nel ruolo di capi dell'organizzazione. Con loro Ciro Amodio, Nicola Capasso, Gregorio Cesarano, Giovanni Di Maio, Giovanni Longobardi, Francesco Massa e Silvio Onorato. Obbligo di dimora fuori dalla Campania per Pasquale Cabriglia, Catello D'Auria e Mimmo Fortunato. Tutti protagonisti di un sistema smantellato all'alba di lunedì.
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11-09-2019 17:29:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA