SABATO 23 NOVEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, fuga dalla città crollo dei residenti: via i giovani

Analisi e soluzioni sul fenomeno

di Enzo Esposito
Castellammare, fuga dalla città crollo dei residenti: via i giovani

Calo demografico di Castellammare di Stabia. Sempre meno i residenti e a fuggire sono soprattutto i giovani. Analisi delle cause e possibili soluzioni.
Alcuni fenomeni avvengono con lentezza e necessitano di un’attenta analisi per evitare danni irreversibili. Essi vanno interpretati e analizzati nei tempi giusti altrimenti si rischia di non poterli più governare. 
I dati ISTAT riferiti al censimento della popolazione nel ventennio 2001/2021 sono riportati nella seguente tabella:
Anno Censimento     Popolazione     Famiglie                      Nascite          Decessi
2001                  66.706           20.718 (Rif. 2003)      885                 579
2011                  65.845           21.563                           682                 638
2021                  63.330           23.604                           502                 755
Da questa tabella emerge un dato molto importante, al decrescere della popolazione aumenta il numero delle famiglie. Ciò significa che in 20 anni, nonostante il calo della popolazione residente di 3.376 abitanti, il numero delle famiglie aumenta di 2.886. Un indicatore che riflette il nuovo modello della società, composto da piccoli nuclei familiari; nel 2003 si registra una media dei componenti dei nuclei familiari di 3,18 mentre nel 2021 scende a 2,67. Infatti, la società è mutata fortemente ed è composta da persone single, da anziani, nuclei familiari costituiti in massima parte da genitori con uno o due figli.
Per 23.604 famiglie occorre un numero corrispondente di appartamenti. Inoltre, bisogna considerare che in città molti appartamenti sono stati adibiti ad attività turistiche extralberghiere (circa 250), gli studi professionali e le attività autonome sono stimate in circa 2.500.
Quindi già da questi dati si evince un fabbisogno abitativo di 26.354 alloggi. A questo punto occorre fare una considerazione sulla popolazione massima raggiunta da quando esiste la rilevazione statistica. Infatti, nel 1861 la popolazione residente era di 21.973 abitanti, ed è aumentata costantemente fino al 1981, anno in cui ha raggiunto i 70.685 abitanti. Poi è iniziata una flessione costante fino a raggiungere i 63.330 abitanti registrati nel 2021. In quarant’anni una perdita di circa il 10% della popolazione. Inoltre, al calo demografico, per logica, corrisponde un numero di nascite inferiore e un numero di anziani superiore, per cui il saldo negativo tra nascite e decessi si attesta intorno alle 252 unità all’anno.
Poiché non è nota la rilevazione statistica delle famiglie al 1981, in quanto è stata introdotta solo nel 2003, volendo effettuare una proiezione su quanti nuclei familiari erano esistenti al 1981, si può considerare una media di abitanti per famiglia più elevato rispetto ad oggi. Per cui se negli ultimi venti anni la media dei componenti dei nuclei familiari fa registrare un calo di 0,51, andando a ritroso nel 1981 possiamo aggiungere il coefficiente medio di 0,51 ai numeri attuali. Per cui è ipotizzabile che i nuclei fossero composti da 3,69 individui. Se gli abitanti nel 1981 erano 70.685 diviso i componenti medi per nucleo familiare di 3,69, si avrà un numero verosimile di 19.155 famiglie. Poiché nel 1981 non vi erano ancora le strutture extralberghiere a questo dato vanno aggiunti i circa 2.500 studi professionali (Ingegneri, Architetti, Geometri, Commercialisti, Avvocati, Medici, Geologi, sede di associazioni, sindacati, partiti, ecc….). Un dato che può sembrare eccessivo perché non è stato reperito un censimento puntuale degli studi professionali distinti per categoria, ma pur accettando un leggero grado di approssimazione il risultato non si discosta molto dalla realtà. Quindi un patrimonio edilizio di alloggi occupati stimato in 21.655 appartamenti, di questi non è noto il numero di alloggi liberi.  
Nel 2021 gli alloggi censiti sono stati 28.130 di cui 22.908 occupati. Quindi una disponibilità teorica di appartamenti di 5.222. Da questi ultimi vanno decurtati 2.750 alloggi, di cui 250 adibiti a B&B, Case Vacanza, e 2.500 tra studi professionali e lavoratori autonomi. Quindi rispetto al fabbisogno di 26.354 (23604 + 2750), ne scaturisce un numero teorico di alloggi disponibili di 1.776. Questo dato sulla disponibilità del 6% di alloggi liberi è in netto contrasto con i prezzi di mercato molto elevati. Da una piccola indagine condotta presso alcune agenzie immobiliari della Città è emerso che il totale degli appartamenti in vendita oscilla intorno ai 500/600 circa. 
Altro dato di confronto è costituito dalla popolazione con età compresa tra 0 e 14 anni nel 2001 pari a circa il 19%, mentre la popolazione compresa tra 15 e 64 anni pari al 66%, oltre i 64 anni pari al 15%.
Dal censimento del 2022 la popolazione con età compresa tra 0 e 14 anni è del 14%, mentre la popolazione compresa tra 15 e 64 anni è pari al 65%, oltre i 64 anni è del 21%.
Inoltre, l’età media della popolazione negli ultimi venti anni è passata da 37,7 a 43,8. Questo dato è confermato proprio dalla riduzione del 5% di bambini fino a 14 anni e l’aumento  del 6% di anziani oltre i 64 anni. 
In modo semplicistico si potrebbe affermare una maggiore longevità dei cittadini, ma non è sufficiente. Infatti, l’emigrazione è costituita da giovani non sposati o da giovani coppie, per cui andando via i giovani e le giovani coppie con bambini si ha un inevitabile calo delle nascite. 
Volendo analizzare cosa spinge i cittadini stabiesi ad emigrare, una delle cause è la ricerca del lavoro, ma quella principale è la ricerca di abitazioni a prezzi più accessibili. 
EMIGRAZIONE VERSO I COMUNI LIMITROFI
A causa dei prezzi di mercato elevati, molti cittadini stabiesi negli ultimi 40 anni hanno comprato casa nei comuni limitrofi, in primis nel comune di Gragnano (vedi Parco Imperiale, Ponte Carmiano, Via Castellammare), Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate e Scafati. Essi anche se residenti altrove continuano a lavorare e ad avere le attività a Castellammare. Ciò crea enormi spostamenti di veicoli che alimentano costantemente il traffico cittadino, in modo particolare nelle ore di punta.  
EMIGRAZIONE FUORI REGIONE E ALL’ESTERO
Si tratta per la maggior parte di giovani, i quali emigrano quasi esclusivamente per motivi di lavoro, per cui difficilmente ritornano nel luogo natìo. 
LE CONSEGUENZE DEL FENOMENO MIGRATORIO
E’ opportuno valutare le conseguenze del fenomeno migratorio. Come si desume dai dati ISTAT una riduzione del 5% di bambini in venti anni significa una riduzione della popolazione scolastica di 3.145 alunni. Quanti ne potrebbero ospitare almeno 4 istituti. Ecco la prima grave conseguenza, la chiusura o l’accorpamento dei plessi scolastici e la crisi dell’indotto commerciale che essi alimentano.  
Il maggiore invecchiamento della popolazione del 6% significa avere altri 3.700 anziani a cui assicurare le cure sanitarie. Quindi le strutture sanitarie registrano una carenza di posti letto nei reparti di geriatria e chirurgia generale. Inoltre, nasce l’esigenza di costruire più case di riposo. Questa è la seconda grave conseguenza, la carenza di strutture sanitarie per la cura degli anziani.  
Sin dall’antichità la contrazione demografica delle città rappresentava un segnale di forte decadenza economica e sociale. Addirittura alcune città venivano completamente abbandonate. Per cui il terzo grave problema è la ripercussione sul commercio e sulle attività produttive in genere. Infatti, nel corso degli anni le attività economiche nascono e si ampliano in funzione dell’utenza. E’ ovvio che al diminuire dell’utenza diminuiscono le attività commerciali e con esse anche le attività produttive sono meno incentivate a restare sul territorio, quindi vanno alla ricerca di nuovi spazi e mano d’opera nei territori limitrofi o nell’ambito regionale. Vedi ad esempio l’artigianato, quasi del tutto sparito. Se si aggiungono le difficoltà burocratiche e i costi di gestione elevati, in molti decidono di chiudere i battenti. Quindi la disoccupazione è la quarta conseguenza che genera il calo demografico.
Con la disoccupazione una parte debole della popolazione diventa facile preda della criminalità. Ecco la quinta conseguenza, l’aumento della criminalità.
Come da tabella sopra riportata, nel 1981 il patrimonio edilizio era strutturato per una popolazione di circa 71.000 abitanti, ma è altrettanto vero che la frammentazione dei nuclei familiari ha comportato la richiesta di un maggior numero di appartamenti (Anche di pochi mq). Inoltre, l’utilizzo di circa 250 appartamenti come strutture ricettive extralberghiere e di circa 2.500 attività professionali e lavori autonomi ne ha ulteriormente limitato l’offerta. Pertanto in base alla legge di mercato se aumenta la richiesta e diminuisce l’offerta i prezzi lievitano. Ecco la sesta grave conseguenza, le giovani coppie per sposarsi sono costrette a prendere casa fuori città per i prezzi più accessibili.
In fenomeno migratorio verso altre località cosa provoca? Nei luoghi dove si riversa il flusso migratorio, il tasso di crescita della popolazione richiede la pianificazione per la realizzazione di nuove abitazioni. Maggior numero di abitanti significa nuove infrastrutture, come scuole, Ospedale, impianti sportivi, servizi essenziali, caserme, ecc…. 
Quindi qual è la logica basata sul minore consumo del suolo? Se da un lato una città piomba nel degrado e dall’altra piccoli centri devono dotarsi di nuove infrastrutture per rispondere alla crescente domanda di servizi? Tutto ciò si traduce in una maggiore spesa dello Stato per la fornitura di nuovi servizi nei piccoli centri. Mentre è richiesta una spesa crescente per garantire i servizi alla popolazione stabiese residente e per la manutenzione del sistema infrastrutturale. Il tutto potendo contare su minori entrate fiscali. 
Appare evidente che il sistema non può reggere, quindi è necessario invertire subito la rotta.
POSSIBILI SOLUZIONI
In primo luogo è urgente trattenere la popolazione residente creando le condizioni affinché ci sia una maggiore offerta residenziale a prezzi concordati, da destinare alle giovani coppie, single e anziani, da realizzare in primis sulle aree già edificate. Ciò significa che la pianificazione urbanistica deve seguire una logica diversa dalle impostazioni parametriche a cui è stata improntata negli ultimi decenni, occorre una legislazione regionale urbanistica e paesistica più adatta alle reali esigenze. Il fenomeno del calo demografico non è imputabile al solo crollo delle nascite ma ad una costante emigrazione di necessità. I dati del 2023 fanno registrare ancora un ulteriore calo. Di contro il boom demografico dei comuni limitrofi che fanno registrare dal 1981 punte di incremento oltre il 30%. 
Castellammare è una città che ha oltre 3 millenni di storia e quindi un’impronta indelebile. Essa, come tante realtà, alterna periodi di splendore a periodi di decadenza, per cui la capacità dell’Amministrazione deve essere quella di ridurre il periodo di crisi trovando nel breve tempo le misure adeguate per invertire il trend.


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16-01-2024 10:54:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA