LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Castellammare, estorsioni e bomba al supermercato per volere del boss dei Cesarano

Accusati Luigi Di Martino e Attilio Di Somma, fondamentale nelle indagini una conversazione tra Greco e la vittima

di Redazione
Castellammare, estorsioni e bomba al supermercato per volere del boss dei Cesarano

Una bomba ad un supermercato come minaccia di morte ad un imprenditore. Un'esplosione nel centro di Castellammare di cui oggi si conosce la firma del mandante e dell’esecutore. Quel boato che danneggiò anche palazzi e auto e innescò la paura di un terremoto, il 22 febbraio del 2015, fu ordinata da Luigi Di Martino. Fu il boss del clan Cesarano, Gigino o’ Profeta, ad ordinare ad Attilio Di Somma di piazzare l’ordigno che una domenica sera terrorizzò la città. “A momenti mi uccidevano, fastidi di morte” è lo sfogo della vittima. Parole che l’imprenditore, colpito dalla vendetta della cosca di Ponte Persica per una richiesta estorsiva finita nel nulla, non riferisce agli inquirenti, ma all’amico Adolfo Greco. Una conversazione intercettata dalla Dda che permette una svolta in un’inchiesta circondata dai troppi silenzi di chi sapeva, ma preferiva non parlare. “Mettiti d’accordo” è il suggerimento del noto imprenditore, punto di riferimento di intrecci e vicende economiche e criminali in cui svolge un ruolo anche quando non ne è il protagonista. Ma l’interlocutore non è d’accordo, vuole liberarsi dalla pressione della cosche che, in più di un’occasione lo hanno preso di mira. E poi la richiesta di Gigino o profeta deve essere alta, in realtà il reggente del clan Cesarano punta in alto. I Cesarano, che seguono ogni movimento avvenga nel mondo degli affari tra Castellammare e Pompei, hanno fiutato l’esistenza di un business tra 30-32 milioni di euro nel passaggio da una catena di distribuzione all’altra. La vittima non ha intenzione di aprire quella porta e ne parla con Greco. Una confessione ad un amico fidato che permette agli inquirenti della Dda di ricostruire l’intera vicenda fino all’arresto di Luigi Di Martino, già detenuto, e Attilio Di Somma esponente del clan del Cicerone “i maccaroni”. A legare i due una relazione sentimentale, ponte tra le due cosche. Il ruolo di Di Somma, nella notte di paura, è ricostruito anche attraverso le immagini della videosorveglianza che rintracciano uno scooter sospetto a piazza Spartaco. Tutti tasselli che vanno al loro posto, tra i tantissimi messi insieme nella lunga inchiesta della Dda napoletana, che inserisce Di Martino e di Somma tra i 14 arrestati con i capi degli altri clan e lo stesso Greco nel blitz del cinque dicembre scorso. Un epilogo inaspettato che i due imprenditori mai sarebbero riusciti ad immaginare mentre parlavano della bomba che aveva terrorizzato Castellammare.


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13-01-2019 15:10:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA