Erano le 19 e 34 quando la terra cominciò a tremare. In tanti oggi a Castellammare tornano a quella domenica in cui il terremoto cambiò la storia della Campania e fece più di 3000 vittime. Una lunghissima scossa il 23 novembre del 1980, della durata di un minuto e venti secondi, di magnitudo 6,8 della scala Richter, distrusse intere comunità tra la Campania e la Basilicata. Tantissime case furono rase al suolo e anche a Castellammare crollarono ali di palazzi. Mentre il centro antico, che subì i danni peggiori, non è mai più rinato. A distanza di 39 anni molti hanno ricordato quella giornata dal vento caldo, mentre le istituzioni fanno ancora i conti con una ricostruzione mai completata. Meno di cento milioni è la cifra sbloccata dalla Regione Campania. La "coda" della ricostruzione fa riferimento a risorse nazionali stanziate nel 2008, ma mai rese concretamente disponibili destinate ad opere pubbliche da completare nei comuni colpiti, ma anche all'edilizia privata. Lo sblocco è stato reso possibile grazie al comitato insediato alcuni anni fa dalla Regione Campania presieduto da Roberta Santaniello, del quale fanno parte i sindaci, che ha consentito la semplificazione e la velocizzazione delle procedure burocratiche. La ricostruzione delle zone terremotate resta una storia lunga e tormentata. Soltanto da alcuni anni si sono spente le polemiche sull'utilizzo in particolare delle risorse destinate alla industrializzazione delle aree del "cratere" finite nel mirino della Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da Oscar Luigi Scalfaro ma i sindaci irpini hanno sempre rivendicato la corretta gestione dei fondi per ricostruire 18 paesi rasi al suolo e 99 devastati dalla scossa che alle 19:34, con epicentro tra Irpinia e Basilicata, con una magnitudo pari al decimo grado della Scala Mercalli, provocò anche 8 mila feriti e 300 mila abitazioni ed edifici pubblici distrutti o inagibili.
Per la ricostruzione delle case, che ha riguardato 687 comuni di Campania, Basilicata e Puglia, sono stati spesi 29 miliardi di euro, compresi i 14 mila miliardi di lire stanziati dal Titolo Ottavo della Legge 219 per l'edilizia residenziale della città di Napoli.