LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, due ragazze in coma dopo interventi estetici: 'Farmaco tossico'

Inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, dura relazione dei periti

di Redazione
Castellammare, due ragazze in coma dopo interventi estetici: 'Farmaco tossico'

"È stato l'anestico contaminato". Ha rischiato di morire ed è convinta che se vive ancora è per un miracolo di Padre Pio. A ridurla in fin di vita le conseguenze di un intervento di chirurgia estetica.

Un destino  che la trentenne di Castellammare di Stabia ha condiviso con un'altra ragazza stabiese. Entrambe in coma dopo l'operazione in una clinica di Caserta. La mamma trentacinquenne resta in terapia intensiva per due mesi prima di risvegliarsi. 

Un'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua a Vetere sta facendo chiarezza su quanto avvenuto alle due giovani donne e ad altri sei pazienti ricoverati con loro, tutti avvelenati. Dura la relazione dei periti della Procura che individua nell'anestico la causa di quanto avvenuto ai pazienti.

Tanto è vero che a pagarne le conseguenze più gravi sono le due giovani donne a cui è stato somministrato più anestetico perché dovevano sottoporsi ad interventi chirurgici più lunghi. Attraverso la via endovenosa il farmine, che conteneva tossine, ha velocemente fatto dilagare l'infezione in tutti i pazienti.

Per il caso di malasanità indagati a piede libero sei medici in servizio presso la clinica Iatropolis di Caserta. Il 19 febbraio del 2021 altri sette pazienti (cinque donne e due uomini) con la 30enne subirono conseguenze per fortuna più lievi - dopo interventi chirurgici. Sono una 20enne residente a Positano, una 80enne di Pozzuoli, una 50enne di Napoli, un 40enne e una 72enne di Caserta, una 35enne di Castellammare e un 25enne di Avellino. Tutti furono sottoposti a piccole operazioni, mentre Felicia subì una mastoplastica, intervento più complesso e invasivo.

L'anestesista della struttura privata casertana risponde del reato di somministrazione di medicinali guasti. L'ipotesi degli inquirenti, confermata dalla relazione dei periti, è chiara: è emerso che a tutti i pazienti quel giorno fu somministrato anestetico contaminato che poi avrebbe causato infezioni a tutti i degenti. Secondo gli esperti ciò è dipeso dal fatto che aperta una fiala di farmaco è stata utilizzata per più pazienti e nel frattempo si è danneggiata.

 

Una soluzione al veleno che determinò il coma nella giovane mamma stabiese e anche quando si è risvegliata lunga e complessa è stata la riabilitazione per i danni che quel farmaco ha determinato. Ora l'inchiesta è ad una svolta e la famiglia della giovane donna potrebbe avere presto risposta alla richiesta di giustizia. 

 

 


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20-06-2022 20:51:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA