Interpreta un personaggio scomodo. La sua recitazione nel film da Oscar resta nella memoria e nel cuore. Dora Romano è la signora Gentile. L'attrice di Castellammare di Stabia vive il momento di maggiore successo della sua carriera. Capace di trasformarsi dalla signora Gentile, del film di Sorrentino, alla suocera antipatica del magistrato Imma Tataranni.
Per interpretare la mitica scena di ‘E’ stata la mano di Dio’, in cui indossando una pelliccia status symbol in piena estate, ingurgita senza ritegno la “zizzona”, la supermozzarella di bufala campana, portandosela alla bocca con le mani, Dora Romano si è presentata sul set digiuna da un giorno. “Volevo essere molto affamata perché quella scena doveva essere molto realistica, simboleggia la voglia di divorare la vita” racconta all’AGI l’attrice che nel film di Paolo Sorrentino appena uscito nei cinema e dal 15 dicembre su Netflix, interpreta uno dei personaggi più indelebili, la “donna più cattiva d Napoli”.
È la “Signora Gentile” un cognome che capovolge la realtà, considerando che la donna è cruda, spigolosa, spietata nei suoi giudizi e sicuramente molto sboccata. Una donna che non conosce autocensure, che si tiene fisicamente in disparte nelle riunioni della famiglia allargata protagonista del film (la zizzona la mangia lontana dal gruppo per il quale rappresenta quasi un fenomeno da baraccone). Eppure quando Fabietto resta orfano è capace di citare Dante per parlare il suo stesso linguaggio.
“La signora Gentile è una donna molto sola, che ha scelto l’isolamento per esercitare la sua cattiveria – spiega Romano – ma la sua è un’accettazione della solitudine, sceglie di essere lontana da tutti per poter dire la verità, perché forse solo i cattivi possono permetterselo, non ha il problema di farsi accettare da nessuno”.
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere