SABATO 23 NOVEMBRE 2024




Il commento

Castellammare, Don Aniello ad un anno dalla scomparsa: 'Quante volte hai gridato contro i clan'

Il ricordo del prete coraggio: 'La camorra uccide sempre. I giovani ti prendano ad esempio'

di Pasquale Somma
Castellammare, Don Aniello ad un anno dalla scomparsa: 'Quante volte hai gridato contro i clan'

Un anno fa lasciavi un vuoto nei cuori di tanti. Caro Aniello cosa diresti oggi? Nella tua terra nativa in questi giorni si spara. La camorra continua a fare i suoi affari con le droghe e le attività di criminalità. Quante volte hai gridato contro la camorra! Quante volte hai denunciato dall’altare camorristi e spacciatori! In questi giorni di fuoco pensiamo a te e al tuo coraggio di non tacere. Spesso mi hai confidato che sarebbe stato meglio vivere un ministero sacerdotale alla “don Abbondio” ma bastava una strizzata di occhi che subito ci mettevamo a ridere e te ne uscivi con una tua battuta solita ricordando il buon don Peppino Diana che aveva scritto la lettera pastorale: “Per amore del mio popolo non taceró”. Per te la camorra andava combattuta nei piccoli gesti, nei dettagli. Quando un ragazzo minacciava un suo compagno a scuola: “ti aspetto fuori per spaccarti la faccia” per te già quello era un atteggiamento da camorrista e non tanto da bullo!!! E andava affrontato e denunciato facendo cogliere la gravità dell’accaduto. Eri attento a tutti i particolari. Dicevi soprattutto che la camorra si insedia nella politica e nelle campagne elettorali. Ci spronavi a schivare chi e coloro che durante le campagne elettorali si rivolgevano ai preti per cercare consensi elettorali. Ci spronavi ad essere liberi. Liberi da qualsiasi compromesso tanto da renderti molte volte burbero e ostile. Ma era necessario per salvaguardarci. Per tanti di noi giovani seminaristi e preti sei stato un riferimento saldo e come un faro ci indicavi la strada per come essere vicino agli ultimi e agli emarginati. Ho goduto della tua amicizia prima come seminarista quando con la caritas venivo a Casola ad aiutarti in un progetto per minori a rischio e accoglievi tanti di noi educatori spronandoci a sporcarci le mani e poi come tuo collaboratore in parrocchia, come vice parroco, nella chiesa del Carmine. Sei stato profetico soprattutto nel rischio di compromessi che ironicamente smascheravi quando un “uomo ricco” imprenditore o politico si faceva sotto per chiedere “piaceri” e “visibilità”. Nel giro di pochi anni la tua Casola si è macchiata di delitti di camorra che certamente avevi segnalato e allarmato il tuo popolo. Non hai mai preferito il “prudente silenzio” e ti sei spinto nella denuncia faccia a faccia. Ció ha comportato minacce e dispetti da parte di prepotenti che si sentivano interpellati e infastiditi. Il tuo atteggiamento schietto e sincero in un certo senso li avrebbe salvati anche da eventuali omicidi perché li esponevi, spacciatori e narcos dei Monti Lattari, ad essere quelli che sono. Denunciandoli li salvavi. Forse preti come te, coraggiosi e animati dalla giustizia sociale oggi potrebbero fare la loro parte in territori come questi dove la camorra continua i propri affari loschi. Ti voglio ricordare così, oggi, nel giorno del tuo primo anniversario di morte perché possiamo prenderti come esempio nella lotta alla criminalità organizzata.
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27-06-2020 18:06:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA