Rosso come i pomodori, poi marrone e a volte nero. E' il colore che prende l'acqua del fiume Sarno invaso dai veleni delle industrie conserviere per poi finire a mare a Castellammare. Una massa di rifiuti sversata illegalmente che ha mandato in tilt il sistema di depurazione come ha denunciato la Gori. In 23 giorni sono arrivati una quantità di scarti pari a quella che il sistema di depurazione dovrebbe smaltire in un anno. A Castellammare la periferia è invasa dalla puzza, soprattutto di notte, come accade a Santa Maria la Carità e a Sant'Antonio Abate. E poi c'è il problema di ciò che finisce al mare dai giorni di Ferragosto. Vertice sulla situazione al comune di Scafati, nei giorni scorsi, con i sindaci D'Amora e Abagnale per Santa Maria la Carità e Sant'Antonio Abate. L'appello della Gori è alle Autorità competenti perché intervengano presto, ma la situazione non migliora. Il capogruppo di opposizione Andrea di Martino chiede al sindaco Cimmino di occuparsi di una emergenza ambientale che investe anche Castellammare: "Gli sversamenti delle industrie conserviere nei canali del Sarno riguardano anche la nostra città. Oltre ai miasmi che esalano nella periferia nord, i reflui hanno mandato in tilt il depuratore di medio Sarno, per cui il fiume come si vede dalla foto, porta in mare materia inquinante in quantità superiore al solito. Ci sono cittadini che si bagnano per necessità nella zona di via De Gasperi la cui salute viene posta a rischio. Per questo motivo mi sarei aspettato la partecipazione anche del Sindaco di Castellammare ai tavoli in corso con la Gori e la prefettura. Non è mai troppo tardi si è sempre in tempo a rimediare".
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