LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, colpo agli Imparato seminavano il terrore per i D'Alessandro: nove arresti

Droga e estorsioni, riscuotevano i soldi per Scanzano

di Redazione
Castellammare, colpo agli Imparato seminavano il terrore per i D'Alessandro: nove arresti

Picchiato e minacciato chi tradiva il clan comprando droga dai concorrenti. Retata contro gli Imparato, la famiglia individuata dai D'Alessandro per seminare il terrore andando a riscuotere i soldi del clan. Nove gli arresti e tre i divieti di dimora nella roccaforte della cosca al Savorito. Trovate droga e armi. Smantellata un'organizzazione per la vendita degli stupefacenti nel quartiere che aveva affiliato giovanissimi con il ruolo di vedette. Un esercito di pusher che, per sfuggire ai controlli, utilizzava bici elettriche. Nelle prime ore di questa mattina, a Napoli, Castellammare di Stabia e Pompei i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castellammare di Stabia, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 12 indagati. Nove sono finiti in carcere e 3 raggiunti dal divieto di dimora in Campania. I dodici sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione aggravata in concorso e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti aggravata dalla finalità di agevolare il locale clan camorristico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. L’indagine, diretta da questa Procura Antimafia e condotta dai militari della compagnia di Castellammare, ha avuto inizio nel 2015 quando un esponente di spicco della famiglia egemone nel rione Savorito, quella degli Imparato, anche conosciuti col nome dei Paglialoni, fiancheggiatori del clan D’Alessandro, ha avvicinato un commerciante per imporgli la fornitura di estintori. Gli uomini della famiglia Imparato, assoldati da Scanzano, anche per il recupero di crediti nei confronti di esponenti di altri clan. Ma era la droga il principale affare con cui gli Imparato finanziavano l'organizzazione. Nella “piazza di spaccio” del Savorito, operavano, con precise mansioni, addetti alla vendita di cocaina, marijuana e hashish, costantemente rimpiazzati dopo gli arresti, custodi della droga e vedette che, a bordo di biciclette elettriche, per le vie del rione, erano poste a guardia degli ingressi. Un flusso di denaro, arrivato dalla vendita di droga, che in gran parte andava ad alimentare le casse del clan D’Alessandro. E chi sbagliava pagava con il sangue. Come è accaduto ad un giovane tossicodipendente violentemente aggredito, per essersi approvvigionato di stupefacente da una “piazza di spaccio” concorrente. Una lezione impartita prima del perdono per poi essere “riabilitato” dal capo dell’organizzazione in quanto cliente abituale.
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09-09-2019 09:13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA