Un difetto di notifica ad un ex assessore che rischia, come gli altri, di finire in un congelatore della politica per dieci anni.
L'udienza sull'incandidabilita' per 14 ex amministratori di Castellammare, a cominciare dall'ex sindaco Gaetano Cimmino, è stata rinviata all'11 ottobre.
Dovranno attendere un autunno i politici che rischiano di non potersi candidare per due mandati elettorali. Lo stabilirà il Tribunale di Torre Annunziata che deve esprimersi sulla richiesta arrivata dal Ministero dell'interno dopo il rinvio di martedì scorso.
È la prima conseguenza dello scioglimento del consiglio comunale di Castellammare di Stabia per infiltrazioni camorristiche. Con il sindaco ci sono nella lista nera del Viminale cinque ex assessori. Gli uomini forti della giunta Fulvio Cali e Giovanni Russo e poi le due ex assessore alle politiche sociali Sabrina De Gennaro e Antonella Esposito, più il vicesindaco Antonio Cimmino.
Su ognuno di loro nella relazione prefettizia c'è una o più accuse in particolare rispetto al modo in cui sono stati affidati appalti o favorito parenti.
Il Viminale chiede che siano quattordici gli ex amministratori pubblici a restare lontani dal governo di Castellammare di Stabia e di qualsiasi altra carica istituzionale per dieci anni. Otto i consiglieri comunali nell'elenco, cinque di maggioranza e tre di opposizione. Tra loro l'ex Presidente del consiglio comunale Emanuele d'Apice, che nel discorso del suo insediamento nel maggio 2019 ha reso omaggio al padre defunto, condannato per i suoi rapporti con i clan. Un discorso accompagnato dall'applauso della maggioranza in consiglio comunale.