Per il consigliere Sica l'associazione nazionale partigiani è "una montagna di merda". Un'uscita che nuovamente fa di Castellammare un caso nazionale. La prima volta gli ha chiesto le scuse. Ora considera le sue parole inammissibili. Un rapporto difficile, fatto di prese di distanza pubbliche dal giorno delle elezioni e di sostegno reciproco nei luoghi delle decisioni. Una spina nel fianco di cui Cimmino non ha intenzione di liberarsi nonostante a scadenza puntuale il consigliere conquisti con le sue uscite le pagine dei giornali nazionali e con lui la città di Castellammare. Sul post di Fb il "nazismo ha il suo fascino" il consigliere fu costretto a correggere la sua posizione con frasi di circostanza, ma anche dopo le offese ai partigiani Ernesto Sica resta uno degli uomini della coalizione di Cimmino. Del resto le gaffe, i proclami razzisti e le pagine nazionali non hanno impedito al centrodestra di eleggere il capogruppo di Fratelli d'Italia presidente della Commissione Statuto. Praticamente il luogo in cui si stabiliscono le regole della vita interna a Palazzo Farnese. E su quella poltrona resta seduto Sica, anche dopo avere definito l'associazione nazionale partigiani una "montagna di merda". Cimmino non chiede le dimissioni del consigliere scomodo, ma si limita a darne un giudizio negativo. "L’insulto rivolto dal consigliere Sica nei confronti dell’Anpi è inammissibile. Sono parole fuori luogo, che non fanno onore a Castellammare, la nostra città che con orgoglio e vanto si fregia della Medaglia d’Oro al Merito Civile" dice dopo più di 12 ore dalla bufera che si è scatenata sull'uscita del suo consigliere.
Poi tende comunque la mano a Fratelli d'Italia: "Condivido però il pensiero di Giorgia Meloni: ricordare il massacro delle Foibe è un dovere morale per tutti noi. E non è accettabile nessun tentativo di revisionismo e negazionismo di quell’orrore". E il caso è archiviato.
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