In merito alla questione relativa alla presentazione del progetto da Marina di Stabia atteso che si incardini la discussione in commissione urbanistica e in Consiglio Comunale, si spera in tempi rapidi, il consigliere comunale Tonino Scala:
"Nella nostra città stanno accadendo troppi fatti che richiederebbero partecipazione e discussione, si stanno accumulando ritardi che non riusciamo a risolvere e a denunciare con la forza necessaria; stanno venendo al pettine nodi, scelte che peseranno per gli anni a venire :
- le opzioni prospettate per le opere a terra di Marina di Stabia, il passaggio – sembra - della proprietà dell’Avis a una società bulgara, la prossima approvazione di progetti importanti (vedi quello di Via Regina Margherita), avrebbero meritato ben altra discussione e valutazione ai fini di far prevalere l’interesse pubblico;
- pezzi importanti dell’apparato produttivo come le Nuove e Antiche Terme, devastati, non utilizzati, venduto a pezzi; il Cantiere navale perennemente in bilico e costantemente sottoposto alla cura dimagrante del calo degli addetti diretti e indiretti mentre il Gruppo Fincantieri sta fortunatamente attraversando nel suo insieme una fase positiva e di crescita ;
- alcune opere pubbliche iniziate e sospese o non collaudate, il cantiere bloccato per il recupero delle Stimmatine, l’annosa situazione del cantiere della Casa del Fascio, posta al centro della città, e diventato simbolo di una città sospesa che non riesce a fare quel passo in più per riprendere il cammino che le spetta; la stessa cosa si può dire delle strumenti di programmazione da cui attingere risorse, da molto tempo bloccati, e la cui mancata utilizzazione impedisce la risoluzione positiva dei nostri problemi (Grande Pompei, fondi europei, ZES,…);
- le condizioni davvero preoccupanti del commercio: in alcune strade sono più i negozi chiusi che quelli in attività; mentre sulle attività legate alla ristorazione alla somministrazione di bevande, ai bar - fortunatamente in ripresa con l’apertura della villa Comunale - il Comune si sta assumendo la responsabilità di consentire un’applicazione discutibile e pericolosa del regolamento approvato. Si presenti una relazione in Consiglio Comunale sulle pratiche approvate, si chiuda con la storia delle sponsorizzazioni politiche; è questo un settore in cui occorre fermezza perché oggi è anche quello più appetibile per la camorra. In alcune parti della città regna il caos e l’abusivismo più totale; la zona dell’acqua della Madonna è l’esempio che più conferma quest’andazzo. Accade vergognosamente di tutto sotto gli occhi di chi dovrebbe controllare, ripristinare la legalità, reprimere gli abusi;
- la stessa capacità ricettiva della città ci racconta di contraddizioni esistenti. Aumentano le case vacanza, i bed and breakfast, diminuiscono i posti letto negli alberghi. L’Hotel Stabia chiuso, prima era accaduto all’Hotel delle Terme, poi al Montil, all’Orazio,…..Serve uno scatto e un piano che porti a rendere disponibili, attraverso un accordo con la Regione e la finanza di progetto, edifici di proprietà pubblica diversamente utilizzati o del tutto inutilizzati, che potrebbero essere riconvertiti in attività alberghiere. Castellammare è anche la nostra città e noi abbiamo sostenuto sempre tutte le scelte che prospettavano soluzioni positive. Non siamo quelli che dicono no a tutto per partito preso. Abbiamo apprezzato la soluzione cui si giunge adesso per la Reggia, grazie anche al lavoro fatto negli anni e al sostegno dato dall’intero Consiglio Comunale. La firma del protocollo davvero può contribuire a d aprire, con al centro la Reggia, una nuova e bella pagina per la valorizzazione dei beni, per il rilancio del parco archeologico.
E tuttavia siamo anche conviti che occorra anche avere il coraggio della denuncia, di dire dei NO.
In questa città con l’avvento del Piano Casa le lancette dell’orologio sono tornate indietro, non al tempo del vecchio dualismo quando si discuteva se la vocazione della città dovesse essere industriale o turistica, bensì a quando si discuteva se occorresse cementificare tutti i vuoti, gli spazi, o impegnarsi invece per il recupero dell’edilizia esistente, dal Centro Antico, da Savorito (come nei fatti è avvenuto negli 70 e poi col terremoto). È un tema quanto mai drammaticamente attuale per la crisi ambientale che investe il Pianeta, e che ci richiama ad un uso corretto e rispettoso del territorio.
Il Piano Casa calato su via De Gasperi nei fatti - a partire da ciò che era stato approvato per la Cirio, , oggi per Marina di Stabia, a quanto s’ipotizza per le altre aree industriali libere – prevede di scaricare su quell’area circa quattromila vani. Un’operazione strana, considerato l’attuale mercato, in tutti i casi enorme e che affosserebbe l’idea della valorizzazione del fronte a mare ( dal Porto Commerciale a Marina di stabia) su quella che dovrebbe invece essere una grande area di investimento, per recuperare un nuovo rapporto con il mare, per organizzare attività ricettive e coerenti con la vocazione turistica, per avere più spazi liberi e più attrezzature per la Città.
È questo uno dei punti su cui imperniare la scommessa del rilancio della città?
Se è così, e lo è, non possiamo stare zitti , non possiamo pensare che tutto si debba risolvere in Consiglio Comunale.
Non abbiamo discusso della Cirio, del perché abbiamo perso i soldi per Savorito, del motivo per cui la Colonia Ferrovieri stia ancora lì abbandonata, del perché i Silos non si abbattono, e questo per fare solo alcuni esempi; continuando a non discutere corriamo il rischio di essere spettatori nella nostra città, di non capire cosa accadrà sull’area Avis in mano ai bulgari e quali effetti produrrà l’approvazione delle opere a terra per Marina di Stabia.
Le opere a terra di Marina di Stabia vanno realizzate, non solo per completare il progetto inserito nel contratto d’area, ma perché senza di esse lo stesso porto rischia di non decollare, di apparire un luogo chiuso ed estraneo rispetto alla città, di non produrre quella spinta necessaria per riorganizzare il lungomare e corso De Gasperi come nuova porta della Città; proprio per questo però è necessario discutere su quanto viene proposto.
Il Consiglio Comunale nel passato si era espresso sulla rimodulazione del progetto, sono trascorsi da allora alcuni anni ed è anche giusto che si ripensino scelte e obiettivi previsti dal Contratto d’Area; l’idea di costruire case però è una diversa opzione, che ci lascia perplessi.
Noi auspichiamo che si apra una discussione che consenta di superare dubbi su alcune scelte urbanistiche, su alcune procedure proposte.
La discussione sulla realizzazione finalmente delle opere a terra è una grande occasione da non perdere, è passaggio importante per definire un assetto coerente dell’insieme di Corso De Gasperi, per coinvolgere gli altri imprenditori, la città nelle sue varie articolazioni.
Con il Dos, con il Puc , con questi progetti si sta definendo il nuovo volto della città, è un tema che non può rimanere in mano a pochi, del quale dobbiamo riappropriarci rapidamente e pienamente.
Servono il confronto e la discussione, serve che la città sappia costruire un forte sostegno alle scelte e ai progetti utili, ma che sappia dire con altrettanta forza No a quelli che puntano solo a mettere in campo operazioni dannose per il futuro di Castellammare.
Nei prossimi giorni su questi temi ci faremo promotori di una iniziativa pubblica coinvolgendo la città in tutte le sue articolazioni
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