LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il processo

Castellammare, carcere a vita per i nemici dei D'Alessandro: ergastolo confermato per Scarpa e Omobono

I due avevano provato a spodestare la cosca di Scanzano, colpevoli degli omicidi di Verdoliva e Martone

di Redazione
Castellammare, carcere a vita per i nemici dei D'Alessandro: ergastolo confermato per Scarpa e Omobono

I due boss pagheranno con il carcere a vita il loro tentativo di spodestare i D'Alessandro al comando della camorra stabiese. Confermato l'ergastolo per gli ex cutoliani che, agli inizia degli anni Duemila, furono protagonisti di una sanguinosa faida contro la cosca di Scanzano. Per la Cassazione devono scontare il carcere a vita Massimo Scarpa e Michele Omobono. I due sono ritenuti mandanti e killer di due omicidi eccellenti pianificati per vendicare i morti degli anni ottanta, come secondo atto di una storia che risponde con il sangue uccidendo chi ha ucciso. E per questo morirono Giuseppe Verdoliva, detto Peppe l’autista per il suo ruolo di braccio destro del boss Michele D'Alessandro, il 4 giugno del 2004 e Antonio Martone, cognato di D’Alessandro, in quanto fratello di Teresa moglie del capo, ucciso il 20 ottobre dello stesso anno. I due, entrambi ex cutoliani erano usciti dal carcere da pochi mesi, dopo una ventina passati in cella, con il piano di eliminare i D'Alessandro. Scarpa doveva anche vendicare la morte del fratello ucciso mentre era seduto dal barbiere in via Allende. Fu stretto così un patto con gli altri ex cutoliani i Fontana, meglio conosciuti come i ‘Fasano’ di via Brin e con quello che poi è passato alla storia come il clan dei ‘falsi pentiti’  della zona del Centro Antico fondando un cartello criminale che aveva come scopo quello di eliminare i D’Alessandro da Castellammare. Il ritorno dei cutoliani fu fermato da inchieste e arresti. Scarpa e Omobono sono stati quindi condannati all’ergastolo con l’accusa di omicidio pluriaggravato. Dopo un annullamento parziale, era tornato in appello e poi di nuovo in Cassazione il processo anche per gli altri tre imputati. Raffaele Martinelli, Giovanni Savarese e Raffaele Carolei, tutti appartenenti alla cosca dei ‘falsi pentiti’ che aveva siglato il patto di morte con i cutoliani. Per loro è arrivata la conferma della condanna di secondo grado: sedici anni e mezzo i primi due, un anno in più per il cugino di Paolo Carolei, uno dei pezzi grossi del clan D’Alessandro. Quest’ultimo, però, è irreperibile ormai da sette anni. Era il 2012, quando si sono perse le sue tracce dal quartiere di Moscarella. Da allora è nella lista nera dei latitanti ricercati in Campania.
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12-07-2019 08:41:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA