LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Castellammare, carabiniere pestato confessa il branco: 'Chiediamo scusa'

I quattro davanti al giudice: 'Scriveremo una lettera e pagheremo i danni'

di Redazione
Castellammare, carabiniere pestato confessa il branco: 'Chiediamo scusa'

"Scriveremo una lettera di scuse al Comune di Castellammare e ai carabinieri, risarciremo i danni, al carabiniere sia quelli di immagine subiti dalla città". Vogliono chiuderla così i giovani del branco, che venerdì notte hanno lasciato a terra un carabiniere con una profonda ferita alla testa. Hanno confessato tutto e ricostruito la loro storia i tre principali responsabili del pestaggio a pochi passi dalla villa comunale. Ferdinando Imparato, 27 anni e Pio Lucarelli 19, il primo nipote del boss del Savorito Salvatore e il secondo di un ras del clan D'Alessandro, hanno aggredito Giovanni Ballarò a distanza di pochi minuti. E lo raccontano al gip del tribunale di Torre Annunziata, come Giovanni Salvato sullo scooter con Imparato insieme all'unico diciasettenne del branco, invece interrogato dal Tribunale dei minori. Convalidati per tutti gli arresti nella giornata di ieri. Mentre deve essere ancora interrogato Antonio Longobardi. Il più grande del gruppo, 47 anni, arrivato con un tavolino a colpire la nuca del militare che provava a difendersi. Dicono che a scatenare la loro furia sia stato quel tentativo di riprenderli con il cellulare, dopo che il carabiniere aveva provato a dividerli durante una violenta lite davanti ad un locale della movida. "Non avevamo capito che quell'uomo in pantaloni e maglietta, era un carabiniere. Non abbiamo sentito che si qualificava come appuntato dell'Arma. Ci riprendeva durante la rissa e lo abbiamo aggredito perché rischiavamo, con quel video, di passare un guaio". Una versione che il pm Andreana Ambrosino, contrastera' avendo acquisito un video in cui Giovanni Ballarò si è chiaramente qualificato più volte. Nella folla, del resto, molti testimoni hanno sentito che si trattava di un carabiniere intervenuto a sedare una rissa. "Lo abbiamo prima investito e poi picchiato perché ci siamo accorti che stava facendo un video" ripetono. Una sequenza, già chiara agli inquirenti, che hanno acquisito le immagini delle videosorveglianza di un negozio. Calci e pugni, i colpi di casco sulla testa e poi il tavolino di ferro di un bar usato come arma. Due gruppi rivali che, da avversari, si coalizzano contro la vittima. Tutti accusati di lesioni gravissime. Poi l'arrivo di Manuel Spagnuolo che mentre testimoni soccorrono il carabiniere, ruba il borsello caduto poco più in là e fugge via. Resta in cella anche lui e dovrà rispondere di furto aggravato. A casa con la famiglia il carabiniere dimesso dall'ospedale con una prognosi di 25 giorni. A lui e al comune saranno indirizzate le scuse del branco.
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06-08-2020 09:17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA