Un altro operatore sanitario del pronto soccorso con il coronavirus. Il settimo che, nel fare il proprio lavoro, è stato contagiato. Ieri e' toccato ad un medico di 50 anni del 118 sapere di essere stato contagiato, probabilmente mentre trasportava un paziente con il virus. Una situazione critica nel San Leonardo con pazienti che finiscono in altri reparti non protetti e solo dopo si scopre il rischio di cui sono inconsapevoli portatori. Come l'infermiere del distretto di via Allende ricoverato in ospedale a Castellammare il 25 marzo, due tamponi negativi dopo essere arrivato con i sintomi sospetti e una degenza in Rianimazione fino al peggioramento delle sue condizioni e la conferma della presenza del virus. Poi la corsa per il cinquantaduenne al Covid Hospital di Bosco, ormai intubato. Una storia simile ad un paziente di 63 anni nel reparto di cardiologia, anche lui con un tampone negativo e i sintomi che raccontavano della presenza del virus. Messo in isolamento dagli stessi medici del reparto fino alla conferma che si trattava di un altro paziente colpito da questa epidemia. Episodi che, uno dopo l'altro, hanno aumentato la tensione interna all'ospedale e portato l'Asl ad effettuare tamponi su 170 tra medici e infermieri. Sono sette attualmente gli infermieri contagiati e cinque i medici, mentre devono ancora arrivare altri test in risposta allo screening complessivo sui dipendenti più esposti al rischio. E intanto i vertici dell'Asl hanno già pronta la sostituzione del direttore Mario Muto. L'incarico, nelle prossime ore, sarà affidato a Saverio Marziani che si occupa anche del Covid Hospital di Bosco e probabilmente affiderà il ruolo operativo di coordinamento a Pietro di Cicco, che ha già diretto il Pronto soccorso.
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