A quindici anni ha raccontato tutto. Di quelle violenze sessuali subite da un uomo di cui si fidava. Abusi che un bidello la costringeva a subire quando nessuno poteva vederli. Poi nella rete del pedofilo finisce anche una sua compagna di scuola. Una storia dell'orrore emersa a dicembre scorso grazie al coraggio della ragazzina che rompe il muro della paura per raccontare tutto alla mamma. Troppo grande il peso di quella storia che le ha aperto la porta del mondo degli adulti dall'ingresso della perversione di un adulto senza scrupoli. La famiglia della vittima denuncia tutto alla polizia a dicembre. Lei racconta di quelle sequenze avvenute all'interno dell'istituto superiore mentre i genitori pensavano lei stesse al sicuro, lui ascoltato dagli inquirenti nega. Poi su un pantalone viene trovata una macchia. Il timbro di quelle violenze che l'uomo voleva nascondere. Gli inquirenti gli chiedono di sottoporsi all'esame del DNA e arriva la conferma. Indagini complesse in un ambiente che dovrebbe essere protetto come quello di una scuola. L'uomo, cinquantacinquenne stabiese, è stato arrestato ieri su esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare. È ai domiciliari da ieri, mentre gli investigatori della Polizia agli ordini del dirigente Vincenzo Gioia hanno sequestrato anche cellulare e computer del pedofilo. Disposte le perizie tecniche e l'esame dell'hard disk alla ricerca di altre prove su una rete di vittime che potrebbe essere più ampia. Una storia dell'orrore svelata grazie alla forza di una studentessa di quindici anni che ha parlato per salvare se stessa e le sue amiche.