LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




L'inchiesta

Castellammare, assunzioni divise tra clan e politici. Belviso: "Presero tutto Tommasino e un altro consigliere"

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia su un un incontro alle Terme

di Redazione
Castellammare, assunzioni divise tra clan e politici. Belviso:

Quattro assunzioni nella ditta che gestiva la sosta per il comune di Castellammare. Un incontro alle Terme di Stabia tra uomini dei D'Alessandro, due consiglieri comunali e il responsabile dell'impresa per la divisione dei posti di lavoro nell’azienda vincitrice dell'appalto. Tra di loro anche Gino Tommasino il politico che poi il clan di Scanzano uccise con un agguato nel febbraio del 2009. Un incontro voluto da Francesco Belviso, cognato di Teresa Martone, considerata con i figli a capo della cosca dalla morte del marito. Ed è Belviso, morto due mesi fa a causa di una grave malattia mentre si trovava sotto il programma di protezione, che ne parla ai magistrati. Non per primo perché di quelle assunzioni, causa di tensioni con i D'Alessandro, gli inquirenti sapevano già dai tempi dell'inchiesta sulla morte del consigliere del Pd. Le dichiarazioni di Francesco Belviso sono ora agli atti della conclusione indagine nei confronti di 30 tra boss e affiliati del clan D'Alessandro per una serie di estorsioni e altri reati commessi negli anni scorsi nella cittadina stabiese. In un verbale reso davanti al pm Claudio Siragusa datato 11 settembre 2012 Francesco Belviso racconta: “Si è svolto un incontro alle Terme al quale abbiamo partecipato io, Gino Tommasino, un altro consigliere comunale del PD, un referente dell’Azienda con un socio e Cavaliere Renato. Durante quell’incontro si è verificato anche un attrito tra i referenti dell’azienda, Gino Tommasino e l'altro consigliere comunale del PD”. Tutto questo perché i referenti politici avevano piazzato, su quattro posti disponibili, tre persone a loro vicine lasciando un unico posto al clan. “Si sono lamentati – prosegue Francesco Belviso – perché mentre loro avevano messo a disposizione della famiglia quattro posti di lavoro di tre posti si erano impossessati i due politici”. Secondo quanto raccontato dal collaboratore di giustizia Tommasino aveva fatto assumere una persona a lui vicina e l’atro consigliere comunale del PD aveva fatto assumere due fratelli, entrambi pregiudicati e che da qualche anno controllavano gli affari illeciti nella vicina Scafati. “Durante l’incontro Cavaliere Renato – dichiara il pentito – ha manifestato il proprio disinteresse per il posto di lavoro ed ha detto che poi avrebbe dato una risposta. Alla fine io ho chiesto a Tommasino di assumere mio nipote[…] per l’assunzione si è seguita una prassi normale”. Ma la vicenda non si chiude così, dopo le Terme c'è un altro incontro con un referente agli atti dell'inchiesta. “Renato Cavaliere è venuto al bar e mi ha chiesto di andare a prendere a ‘quello dei parcheggi’ ai Cantieri. Renato Cavaliere mi ha detto che era un ordine di Enzo D’Alessandro. Io sono andato a prendere OMISSIS, referente della partecipata comunale, e l’ho portato nel posto indicatomi da Cavaliere Renato. Durante il tragitto verso Scanzano io ho parlato con lui soltanto della sponsorizzazione della squadra di calcio”. Francesco Belviso accompagna quindi questa persona al posto che gli è stato indicato ed aspetta che ritorni per riportarlo da dove l’aveva preso. Passa circa mezz’ora. Al rientro “ho notato – racconta il collaboratore di giustizia – che era di cattivo umore e gli ho chiesto che cosa era successo. Mi ha detto che durante l’incontro con Enzo D’Alessandro gli era stato chiesto un regalo a Pasqua e a Natale. Appreso ciò, io ho manifestato la volontà di tornare indietro per lamentarmi con Enzo D’Alessandro e Cavaliere Renato ma lui ha allora messo una mano sul volante e mi ha convinto ad andarcene”.
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29-04-2019 16:32:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA