LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il caso

Castellammare, anestesista in sala operatoria con la febbre ha il coronavirus: inchiesta interna

Tamponi ai colleghi e ad una paziente al San Leonardo

di Mariella Parmendola
Castellammare, anestesista in sala operatoria con la febbre ha il coronavirus: inchiesta interna

Va a lavorare in ospedale a Castellammare nonostante la febbre. Poi si scopre che l'anestesista ha il coronavirus e quella febbre, che lo accompagnava da qualche giorno, indicava il sintomo sospetto da non sottovalutare in queste settimane in cui tutti fanno quello che possono per fermare l'epidemia. Un campanello d'allarme, prima dell'arrivo del tampone risultato positivo, che il medico non avrebbe ascoltato. Anche perché il primo tampone era risultato negativo e quindi l'otto aprile il dottore era tornato a lavoro. Il sabato di Pasqua era normalmente al lavoro nell'ospedale San Leonardo l'anestesista del blocco operatorio che ha addormentato una paziente. La donna doveva avere un bimbo e bisognava farle un taglio cesareo, di qui il trasferimento dal reparto di ginecologia al blocco operatorio. Il dottore 65enne, pur non sentendosi bene, partecipa ad un intervento chirurgico. Una condizione di salute che mette in allarme i colleghi costretti ad informare la direzione sanitaria dell’ospedale. E' Rosalba Santarpia, arrivata a sostituire Mario Muto proprio per i troppi medici e infermieri contagiati in ospedale, a spedire a casa l'anestesista disponendo il tampone e la sanificazione della sala operatoria. Secondo alcuni colleghi, il medico aveva già la febbre mercoledì scorso, quando si era presentato in ospedale per il suo turno di lavoro. Una situazione di malessere che si sarebbe protratta fino a sabato, quando poi i colleghi hanno deciso di sollevare il caso. Ieri una ventina i tamponi effettuati all’interno dell’ospedale a tutti i colleghi dell'anestesista ed anche alla donna che si trovava in sala operatoria per un taglio cesareo nella notte. La giovane mamma ora sta bene, non presenta sintomi sospetti e nel reparto in cui viene misurata la temperatura all'ingresso a tutti gli operatori, c'è un clima sereno in attesa della risposta dei test. Ad inizio della scorsa settimana anche una dottoressa del 118 aveva lavorato effettuando una serie di interventi con l'ambulanza e poi arrivata, per il terzo giorno alla centrale, aveva ricevuto il fax con cui si accertava che aveva il coronavirus. L'inchiesta interna mira ad accertare se i due medici hanno rischiato di contagiare colleghi e pazienti, un comportamento che farebbe scattare sanzioni disciplinari per non aver rispettato l’isolamento nonostante i sintomi sospetti del Covid. Con l'anestesista salgono a sedici gli operatori sanitari contagiati nell’ospedale San Leonardo, ma ora riprende a salire la tensione in attesa dei tamponi dei colleghi entrati in contatto con l'anestesista.
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14-04-2020 01:24:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA