Riceviamo dalla dirigente scolastica dell'istituto Ferrari e pubblichiamo
Con riferimento a quanto pubblicato in data 2 giugno nell'articolo "Castellammare violenze e abusi sessuali sulle studentesse in una stanza della scuola: incastrato il bidello". Sono costretta a denunciare che esso attraverso una ricostruzione falsa dei fatti narrati è gravemente lesivo dell'immagine personale e di quella istituzionale che rappresento. In primo luogo si afferma falsamente "la stanza dove gli alunni andavano a comprare snack.... nel piccolo locale frequentato dagli studenti durante la pausa delle lezioni..." al contrario di tratta del ripostiglio allocato nelle vicinanze delle aule vicino alle lezioni ed è adibito alla custodia del materiale di pulizia sempre chiuso a chiave. Il cui uso è consentito unicamente ai collaboratori scolastici. 2) l'intero articolo ("il bidello di 55 anni piegava con forza le sue vittime... una delle studentesse non ha sopportato il peso degli abusi") fa evincere che le violenze siano state reiterate nel tempo, invece un solo episodio è accorso e prontamente denunciato dalla famiglia in collaborazione con la scuola. 3) inoltre "... una delle studentesse ha deciso di confidarsi con la mamma" è una dichiarazione falsa in quanto i primi accertamenti sono stati avviati dalla scuola e dai docenti che hanno sostenuto la studentessa affinché potesse procedere come sopra. 4) inoltre non risultano agli atti di questa scuola provvedimenti disciplinari a carico dell'incriminato per fatti accaduti in altri istituti scolastici, né esisteva alcuna rete del pedofilo. 5) in merito all'affermazione il luogo degli orrori occorre precisare che l'istituto ha rappresentato per la studentessa un luogo dove allontanato il collaboratore si sentiva al sicuro, infatti risulta anche al corrente anno scolastico. Gelsomina Langella
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