Chi rischia grosso in queste ore, è il Pd che, al solito, ha fatto quello che meglio sa fare: un macello. Un disastro in una notte. Il caso dei democratici a Vico Equense ha tutte le caratteristiche per diventare uno scandalo nazionale.
Ciò che è accaduto ha dell’incredibile.
La segretaria del partito, Franca Rossi, aveva pubblicamente dichiarato il sostegno del PD al candidato sindaco Cinque. No, non Gennaro, Maurizio. Quello che è a capo di una colazione di centrosinistra? No. Neanche. Anche questo Cinque, Maurizio, ex presidente del consiglio comunale, guida una coalizione di centrodestra. Ma, si sa, questi sono i tempi di Verdini, mica di Berlinguer... I tempi in cui gli hashtag contano più dei programmi e allora si, perché no, la coerenza Pd aveva optato per Cinque, Maurizio. Con o senza una propria lista? Mistero...Fino a poche ore prima delle elezioni non si sapeva nulla di certo. Anche perché i democratici erano già sparsi un po' ovunque fra le liste civiche presenti nei tre schieramenti. Come, per esempio, uno degli ex segretari, Massimo Trignano, candidato nella lista VIConinvolgiamo e che aveva scelto di sostenere l’ex sindaco da subito.
Il Pd aveva pensato ad un sostegno esterno a Maurizio Cinque, poi a qualche rappresentante di bandiera in una delle liste che compongo il suo schieramento (Cambiare fa bene, Reset Vico, Giovani, Vico2020 - che fa riferimento a Giuseppe Dilengite).
Ma non presentare il simbolo del PD ai tempi del colera, pardon di Renzi, sarebbe stato uno smacco troppo grande. E allora ecco che la segretaria si è adoperata per chiamare a raccolta vecchi e nuovi militanti dello champagne socialiste vicano. Indefessa si è impegnata, come una Teresa di Calcutta fra i lebbrosi. Ha raccolto firme, candidature, consensi. A ventiquattro ore dalla presentazione delle liste sembrava aver quadrato il cerchio. Tutti (o quasi) uniti con Cinque. Maurizio, non Gennaro. Attenzione. Questo è un passaggio fondamentale. Perché c'è chi ha firmato la lista, la candidatura e si era preparato alla sfida per sostenere Maurizio Cinque contro l’omonimo Gennaro. Contro l'ex sindaco. Contro quello denunciato dal Partito Democratico alla Procura decine di volte. Contro quel Gennaro che fino a due giorni fa incarnava l'essenza stessa del diavolo, politicamente si intende. Contro quel Gennaro dipinto come un mostro, come colui che a Vico Equense, era stato l'origine di tutti i guai. Compagni vecchie nuovi si erano preparati alla crociata contro Cinque, Gennaro Cinque.
Poi è successo qualcosa. Il PD cambia posizione, cambia Cinque. Non si va più con Maurizio, ma con Gennaro. Ma è notte quando si prende questa decisione. E’ notte fonda e tutti dormono. Dorme il segretario vicano del PD, Franca Rossi. Dormono i candidati Pd al consiglio comunale. Dormono i firmatari delle lista. Dormo tutti, a Vico Equense.
Ma non a Napoli. Lì si è vigili e svegli. E Gennaro Cinque lo sa. E sa che se vuole chiudere la partita ha poche ore di tempo per convincere i vertici napoletani del Pd a sostenere la candidatura del suo uomo a Vico Equense. In fondo non ci sono simboli di partiti di mezzo. La colazione che sostiene Buonuocore è composta (o almeno doveva esserlo) solo da due civiche. In caso di accordo, il Pd sarebbe stato l’unico partito tradizionale a presentare il simbolo. Detto fatto. Sostegno ottenuto. In cambio di cosa? Promesse. Promesse elettorali. Sostegno alle prossime provinciali e politiche. Perché in fondo Gennaro Cinque non perdona al PdL di aver concesso Flora Beneduce, moglie del sempre verde Armando De Rosa e consigliere regionale di centrodestra, la possibilità di aver il simbolo di Forza Italia. Quel simbolo che proprio lui ha contributo a fare grande a Vico Equense portando in dote ai migliaia di voti per elezioni politiche, regionali ed Europee.
La scelta dei vertici del Pd non è piaciuta a tutti e qualcuno dei candidati al consiglio comunale si è ritirato dalla lista proprio mentre la commissione stava per analizzare le pratiche. Ma questo non sarebbe stato un gran problema perché in casi di emergenza, ci pensa Gennaro. L’ex sindaco non ha faticato troppo a piazzare suoi uomini anche all’interno della lista Pd, come il consigliere uscente Giovanni De Simone.
“Vergogna” ha urlato nella sala allestita per la presentazione delle liste ai vertici del suo partito Vincenzo Belforte, storico rappresentante PC, PDS, DS, PD. “Non avrei mai firmato la lista per sostenere il centrodestra”. Ha spiegato a chi chiedeva chiarimenti. “Cancellate la mia firma”, ha urlato con una passione così forte e romantica che solo un militante comunista vecchio stampa può avere. Peccato si sia scordato che anche Maurizio Cinque sia espressione di centrodestra. E che quindi, se proprio vogliamo, o Gennaro o Maurizio, qualsiasi fosse il Cinque, chi ha firmato la lista e la candidatura nel Pd lo aveva fatto sapendo di sostenere il centrodestra.
Se proprio non si vuole dire che la gestione politica del Pd è un fallimenti totale. Da anni. Se proprio non si vuole dire che Aldo Starace ha lasciato il deserto attorno non solo non costruendo nulla negli anni di leadership di centrosinistra, ma finendo di distruggere le rovine di un partito ormai alla deriva. Se proprio non si vuole dire che ormai è ovvio che non si tratta di uno scontro generazionale fra vertici vecchi e nuovi del Pd, ma che è semplicemente questione di una visione politica pari a quella dello struzzo con la testa sotto la sabbia. Allora diciamo che il Pd, a Vico Equense, soffre di una specie di maledizione, porta male e di solito è perdente. E stavolta la sfiga dei cattocomunisti 2.0 rischia di travolgere persino il re Mida. Con buona pace di Maurizio Cinque, che se la ride. Di Dilengite che assapora il gusto dolce della vittoria nella speranza di vedere fuori gioco le liste dell’acerrimo nemico Gennaro. Di Flora Benedice che si legittima come esponente massimo del centrodestra e vede il suo candidato sindaco, Giuseppe Russo - sostenuto da Forza Italia, Colline Vicane e Movimento per la gente - rientrare clamorosamente in gioco dopo essere stato considerato il terzo incomodo, il nulla a pretendere della campagna elettorale.
Il ballottaggio, in caso dell’esclusione dalla competizione elettorale di Gennaro Cinque, non sembra improbabile. E, di certo, un accordo fra Maurizio e Gennaro Cinque è da escludere in un eventuale secondo turno. Quindi… se le cose dovessero davvero andare in questo modo, la signora Beneduce-De Rosa, non faticherebbe ad incassare il sostegno di Gennaro Cinque.
La realtà è che chiunque la spunterà in questa competizione elettorale, non sarà altro che una minestra riscaldata. Il vero sconfitto, ancora una volta, è il rinnovamento. Un rinnovamento sempre annunciato ma mai neanche accennato. Un rinnovamento che può essere rinchiuso in un hashtag… #VICOglioniamo…