Tutta l'opposizione unita con una sola richiesta: vederci chiaro sulle scelte e su come sono gestiti i soldi destinati alle politiche sociali. A finire sul banco degli accusati un appalto con sui si è affidata ad una cooperativa sociale la gestione della Casa del Mandorlo. Il centro per bambini, inaugurato con Vozza e chiuso da Bobbio, diventa un caso prima nella maggioranza e poi anche per le opposizioni. Slitta la sua riapertura, nonostante l'annuncio dell'assessore Di Maio che dava l'inaugurazione ormai come cosa fatta. Intanto la firma con la richiesta di un consiglio comunale urgente sulle politiche sociali è firmata dai tre gruppi della minoranza: la sinistra di Vozza, il centrodestra di Cimmino e i Cinquestelle di Amato. L'esigenza di un approfondimento sull'unico settore che non ha le casse vuote era stato già evidenziato, ma il caso dell'ultimo appalto, che ha provocato la defenestrazione dell'ingegnere Alfonso Schettino da dirigente del settore, ha determinato una accelerazione dei tempi. Schettino, sarebbe dovuto andare in pensione tra quattro mesi, ma il sindaco Antonio Pannullo ha firmato un atto che lo obbliga al riposo forzato avendo maturato un periodo di ferie mai goduto. Un provvedimento già nell'aria, che è diventato improrogabile dopo la vicenda della Casa del Mandorlo. Per affidare il servizio che dovrebbe occuparsi dei bambini in difficoltà, il comune non ha scelto la strada del bando di gara, ma una procedura negoziata a cui sono state invitate solo alcune coop sociali. Una storia che ha innescato tensioni già nella maggioranza, convincendo Pannullo ad intervenire. Ora però la questione diventa ancora più incadescente per l'intervento delle opposizioni. Di questo affidamento e del resto dei servizi finanziati anche con fondi regionali e statali la minoranza chiede di discutere in aula a Palazzo Farnese. Il caso non solo non è chiuso, ma si può dire sia appena stato aperto.