LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Campania, stop anche a matrimoni e comunioni e frenata la movida

Dopo l'ordinanza di De Luca, la Confcommercio: 'Cosi' in tanti chiuderanno'

di Redazione
Campania, stop anche a matrimoni e comunioni e frenata la movida

Per una settimana matrimoni e comunioni con massimo venti invitati. Chi aveva tutto pronto non potrà avere la festa che aveva previsto. Dopo l'aumento dei contagi, arrivati ieri a 295, stretta anche per le cerimonie e non solo per i locali della movida. Misure contenute nell’ordinanza 75, valida fino al 7 ottobre. L’esercizio e la fruizione delle attivita’ connesse a cinema, teatri e spettacoli dal vivo, ristorazione e bar, wedding e cerimonie, sono subordinati alla stretta osservanza dei protocolli; inoltre, lo svolgimento di feste e di ricevimenti e’ consentito esclusivamente nel rispetto del limite massimo di 20 partecipanti per ciascun evento e nell’osservanza delle ulteriori misure previste dai protocolli;.a tutti gli esercizi commerciali (compresi bar, chioschi, pizzerie, ristoranti, pub, vinerie, supermercati), dalle 22 e’ fatto divieto di vendita con asporto di bevande alcoliche, di qualsiasi gradazione, nonche’ di tenere in funzione distributori automatici. Resta consentita la somministrazione al banco, nel rispetto del distanziamento obbligatorio, nonche’ ai tavoli, purche’ nel rispetto dei protocolli. Gli esercizi che non possano garantire queste misure devono chiudere alle 22. Il presidente di Confesercenti Campania e Napoli, Vincenzo interpreta il dissenso di molti commercianti e imprenditori. «I commercianti non posso continuare a pagare colpe di altri – esordisce Schiavo  - così facendo molte attività sono destinate a chiudere. A Napoli e in altre città della Campania sono numerosissime le attività da ‘take away’, legate al solo asporto e senza struttura interna per ospitare i clienti. La limitazione posta alle 22 di vendita di bibite all’esterno di fatto obbliga molte attività, che campano solo con la vendita di prodotti in ore serali, a non aprire proprio. Il che significa zero introiti, zero economia, famiglie sul lastrico, dipendenti licenziati. Non potendo occupare con tavoli e sedie la strada o le piazze, visto che c’è da tutelare i residenti, c’è solo una soluzione, aumentare i controlli. Il commercio va aiutato non calpestato. In questo senso, inoltre, mi chiedo: perché limitare a 20 persone al massimo il numero di invitati ai matrimoni e alle cerimonie? Perché nei ristoranti con centinaia di coperti è possibile ospitare molti clienti e nei matrimoni, di norma ospitati in strutture ampie, questo non è possibile?». Le nuove limitazioni tendono a scongiurare gli assembramenti: sul punto la posizione di Confesercenti Campania è netta: «I commercianti campani sono moribondi e in terapia intensiva da mesi. Aspettano una cura ma stanno perdendo la speranza.  L’aumento dei contagi  - dice Schiavo  - non è una loro colpa. Gli assembramenti scellerati sono un problema culturale, non delle imprese. Ad essere colpiti ulteriormente da questi provvedimenti sarebbero le aziende più piccole e deboli. Esistono modi e mezzi per individuare e punire chi non rispetta le regole anti-covid. Usiamoli». Il presidente Vincenzo Schiavo inoltre rilancia: «Confesercenti Campania, come di consueto, intende collaborare con la Regione e non opporsi ad essa. Istituiamo subito un tavolo permanente per trovare le soluzioni giuste: noi siamo i rappresentanti delle attività commerciali. Confesercenti, in questo senso, comprende i timori per il propagarsi dei contagi e per questo propone di integrare i controlli predisposti dalle forze dell’ordine locali con quelli della polizia privata di aziende accreditate. Se le persone si “assembrano”, ripeto, è un problema di cultura e non un effetto dell’attività delle imprese
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29-09-2020 16:13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA