Foto, selfie, stories e perfino video hot, anche in strutture di alta sicurezza. E' quanto hanno scoperto gli agenti di polizia penitenziaria di alcune carceri della regione Campania. La denuncia arriva dal loro sindacato, il Sappe, che ha segnalato numerosi episodi di immagini registrate all'interno di celle o istituti di pena attraverso i tablet messi a disposizione dei detenuti per agevolare i colloqui con i familiari.
Secondo il Sappe, nel carcere minorile di Airola, in provincia di Benevento, venivano utilizzati gli strumenti tecnologici per chat pornografiche e, addirittura, per inviare proprie foto ai canali televisivi locali. "E' successo - ha detto il segretario nazionale del sindacato, Donato Capece - perché, ed è veramente grave ed assurdo, gli apparati tecnologici forniti alla Direzione per effettuare questi colloqui non erano stati bloccati proprio ad usi illeciti". Ed è così che sono cominciate a circolare le immagini e i video di detenuti girate all'interno del carcere e poi pubblicate anche su alcuni famosissimi social network.
Ma quello di Airola non sarebbe, stando sempre a quanto denuncia il Sappe, un caso isolato. Numerosi telefoni cellulari sono stati sequestrati, infatti, nei giorni scorsi in alcune strutture penitenziarie campane. Una decisione nata dopo le segnalazioni di video girati in carcere e divenuti virali sul web. "Da alcuni giorni - le parole del segretario regionale, Emilio Fattorello - sui social circolavano immagini e video di luoghi diversi di detenzione, con riprese di celle, dediche e saluti di detenuti, immagini queste divenute subito virali. Immagini dalle quali trapela l'arroganza e la sicurezza dell'impunità di chi le produce senza alcuna remora. Dallo studio delle immagini si è giunti, con un lavoro di intelligence, ad individuare la cella e l'istituto dove erano state girate, ossia la casa circondariale di Avellino". Si tratterebbe, addirittura, di una sezione di Alta Sicurezza che ospita detenuti legati alla criminalità organizzata campana. I telefonini, nascosti tra barattoli di pomodori e scatole di riso, sono stati sequestrati. Come quelli rinvenuti nel carcere di Ariano Irpino, intercettati all'interno del muro di cinta, dove erano stati presumibilmente lanciati dall'esterno.
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