Mancano infermieri, autisti, tecnici e soprattutto medici. Il 118 di Napoli Centro in particolare, ma anche in tutto il resto della Campania, è giunto a livelli critici di carenza in tutti i profili professionali a causa del decennale blocco del turn over, dalla naturale quiescenza, di un incombente "bum out" che induce una migrazione volontaria del personale in altre strutture per la gravosità del lavoro, l'alta esposizione alle aggressioni e a|la mancata gratificazione professionale ed economica.
Lo si legge in una lettera inviata in questi giorni da Giuseppe Galano, direttore del 118 di Napoli, nonché presidente dell'Aaroi (Anestesisti Rianimatori) ai Dirigenti Sanitari della Campania, che tra i vari allarmi lanciati contiene anche "il parziale contingentamento ferie del periodo natalizio".
La lettera sottolinea che "al momento c'è un fabbisogno nei vari profili di circa 500 unità lavorative per assolvere molte funzioni, sia in ambito territoriale che regionale, svolte in parte da risorse interne alla Asl e in parte da risorse esterne dell'appaltatore".
Nella missiva viene sottolineato che "le note difficoltà non permettono il rispetto dei fabbisogni e delle dotazioni nei vari profili professionali presenti, che incidono sull'efficienza del 118. La carenza organica ha portato ad invocare sempre di più lo spirito di collaborazione e sacrificio dei dipendenti, che garantiscono le attività con un notevole ricorso di lavoro aggiuntivo, condizionato anche dalle assenze di un considerevole numero di dipendenti con prescrizioni limitative legate all'attività usurante del 118 o in possesso dei requisiti per usufruire dei doverosi benefici della legge 104 o congedi parentali".
Il conto dei dipendenti da parte dell'amministrazione del 118 è semplice: dal 30 novembre ad oggi sono andati via 40 medici, migrati alla Medicina generale (medici di famiglia). Una carenza che rischia di portare irrimediabilmente "il 118 a non poter assolvere la sua funzione assistenziale di diagnosi e terapia".