"Aiutami, sono caduta. Salvami", lei si e' rivolta solo a lui e lui l'ha fatta morire. Dopo una lunga agonia. Convalidato l'arresto del compagno della donna ucraina morta in un dirupo a Ischia. Poco lontano dalla roulotte in cui viveva con il quarantenne russo, spesso ubriaco.
Il provvedimento di fermo è stato convalidato dal giudice che ha ritenuto sussistente la reiterazione del reato in relazione all'indole dell'indagato. Ritenuti invece insussistenti il pericolo di fuga e l'inquinamento probatorio. Domani, intanto, è previsto il conferimento dell'incarico al consulente dellaProcura (IV sezione, fasce deboli, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone) che eseguirà l'esame autoptico. Tra il pomeriggio e la sera di sabato scorso, quando Marta Maria Ohryzko era già caduta nel dirupo (profondo un paio di metri), la 32enne ha anche parlato telefonicamente con la sorella.
Il 40enne cittadino russo, e' accusato del reato di maltrattamenti nei confronti della compagna, con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di persona con problematicità psichiatriche e con crudeltà.
Le indagini hanno consentito di accertare che maltrattava la convivente ripetutamente, aggredendola con pugni e schiaffi e minacciandola anche di morte e mediante l’utilizzo di armi quali un coltello. Arrivando a provocarle bruciature in varie parti del corpo, con comportamenti molesti ed ossessivi, non permettendole di curarsi presso il Centro di Igiene Mentale presso il quale era in cura, cagionandole lesioni in più circostanze come documentato da referti medici acquisti in atti.
Finche' sabato 13 luglio, deliberatamente ometteva di prestarle soccorso, nonostante avesse ricevuto più telefonate e messaggi disperati di aiuto dal momento che la giovane vittima era caduta in un dirupo adiacente ai luoghi ove convivevano, ed anzi si recava di notte presso il luogo in cui la donna era caduta e volutamente pur avendola vista ancora in vita non le prestava soccorso, lasciandola morire da sola in una lenta agonia.
Tali elementi, hanno portato la Procura della Repubblica di Napoli a ritenere l’indagato responsabile nel reato di maltrattamenti in famiglia aggravato dall’evento morte, disponendone il fermo e il trasferimento in carcere presso la Casa Circondariale di Napoli “Poggioreale”. Tale fermo in data odierna, a seguito dell’interrogatorio di convalida innanzi al Gip del Tribunale di Napoli, è stato oggetto di convalida con applicazione della misura della custodia cautelare in carcere.