Non lo dice. Ma la brutta storia della ragazzina di Pimonte ha spinto il Garante dell’infanzia a scrivere ai genitori. Una lettera aperta per chiedere di non girarsi dall’altra parte. Se il branco violenta una ragazzina di 15 anni, i video hard girano sui cellulari di amici come una catena di Sant’Antonio, che nessuno ferma, il problema è di tutti. "C'è da fare un importantissimo passo in avanti sul piano dell'educazione, informazione, sostegno e ascolto delle persone di minore età, soprattutto se in età adolescenziale, quando nuove esigenze prendono vita nel corpo di ragazzine e ragazzini e si cominciano a esplorare nuove esperienze. Anche in questa fase e sotto questo aspetto, un'educazione all'affettività è possibile ed evidentemente necessaria. Le relazioni devono potersi sviluppare sempre nel reciproco rispetto e con la capacità empatica e affettiva della relazione intima umana": scrive la Garante nazionale dell'infanzia e dell'adolescenza, Filomena Albano, in una lettera aperta agli adulti e ai genitori pubblicata sul sito dell'Autorità.
Lo spunto, anche se non dichiarato esplicitamente, dell'iniziativa della Garante è stato l'ultimo, clamoroso caso di violenza sessuale di un branco di ragazzini su una quindicenne, amplificata poi dalla pubblicazione in rete delle immagini. "Questo momento storico sembra denunciare l'interruzione di quella crescita di civiltà che, fino a qualche anno fa, sembrava ormai avviata verso un percorso di progressivo miglioramento sul fronte della cura e del sostegno delle persone di minore età" ammette Albano.
"Se questa stagione della vita, l'adolescenza - continua la lettera - viene vissuta prendendo in esempio messaggi aggressivi e sessisti cui siamo tutti sottoposti ogni giorno, diventa meno incomprensibile l'azione violenta di alcuni ragazzini nei confronti delle ragazzine. E proprio perché più comprensibile è ancor più dolorosa e sicuramente inaccettabile, e denuncia, senza molti dubbi, un'assenza o un'incapacità degli adulti nei confronti dei più piccoli che è necessario sanare. Noi adulti, non solo genitori ma anche come rete di riferimento delle persone di minore età, dobbiamo responsabilmente rispondere a questo tipo di comportamenti".
"L'auspicio è quello di rimettere in moto una qualità della comunicazione tra grandi e piccoli che sia basato sull'attenzione, sulla presenza e sulla comprensione. La cultura del rispetto dell'altro è probabilmente una delle più grandi sfide del nostro tempo e il concetto della responsabilità personale è una dimensione da vivere e condividere, adulti e minori insieme" conclude.