E' morto per il caldo torrido mentre lavorava sotto una serra per la coltivazione di meloni. Ha avuto un improvviso malore, dovuto all'alta temperatura, ed è deceduto subito dopo. Italiano, cinquantacinque anni, residente con la sua famiglia nel napoletano, lavorava al nero in un'azienda agricola all'estrema periferia di Giugliano. Il fatto è accaduto mercoledì scorso, ma si è appreso solo oggi. Il titolare dell'azienda agricola, un uomo di 50 anni, è stato denunciato per utilizzo di manodopera non in regola, omicidio colposo e violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Inoltre a suo carico è stata comminata anche una pesante sanzione amministrativa. La salma dello sfortunato bracciante è stata trasferita all'istituto di medicina legale dell'università "Federico II" di Napoli, dove, nei prossimi giorni, sarà eseguito l'esame autoptico. Ad allertare i carabinieri è stata una telefonata giunta al "112". Nell'azienda dove è avvenuto il fatto, oltre al bracciante deceduto, secondo quanto hanno accertato i carabinieri di Giugliano e quelli del nucleo dell'ispettorato del lavoro, c'era anche un altro addetto non in regola.
L'imprenditore agricolo è stato sanzionato anche per irregolarità relative alle norme igienico-sanitarie. La paga media per chi lavora nelle campagne della zona per la raccolta della frutta e degli ortaggi è di appena 40 euro al giorno. Un settore in crisi, quello dell'agricoltura nell'hinterland napoletano (anche a causa della crescente importazione di prodotti dall'estero), dove sono offerte solo retribuzioni da fame per lavori duri. Pochi soldi che però sono contesi ogni giorno da italiani e stranieri. In molti casi sono l'unica entrata per far sbarcare il lunario alle famiglie.
"Un fatto grave che indigna il sindacato. Dove sono i controlli? Bisogna avere più rispetto per la dignità delle persone e del lavoro", ha scritto su twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
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