GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




L'INTERVISTA

Boscoreale. L'esempio della dirigente Del Sorbo, emozioni oltre lo schermo e il Coronavirus

Iniziative ed organizzazione nelle scelte della preside della scuola Dati, eccellenza del territorio

di Alina Cescofra
Boscoreale. L'esempio della dirigente Del Sorbo, emozioni oltre lo schermo e il Coronavirus

C’è la passione che spinge oltre il dovere. La missione nel voler trasferire qualcosa con il sorriso, lasciando un ottimo ricordo in chi si incrocia. 

Pasqualina Del Sorbo, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Dati di Boscoreale, è l’esempio della donna che ha fatto del suo lavoro un motivo di orgoglio e ciò la rende un esempio di assoluta professionalità.

Da anni sul territorio boschese, prima da docente e poi da dirigente, è sempre stata ammirata da genitori e figli per la determinazione e la sensibilità che trasferisce nel suo lavoro, fatto soprattutto di scelte e disponibilità.

Dolcissima nell’accertarsi se i suoi alunni effettuano le videolezioni, manager di grande abilità nel tutelare i beni forniti dal Miur per i suoi ragazzi e nel comunicare con trasparenza, evitando qualsivoglia pettegolezzo e parlando pubblicamente senza esimersi dal rispondere ad alcuna domanda.

Preside Del Sorbo, qual è l’elemento più importante per rappresentare l’ottimo esempio di dirigente scolastico come lo è lei per la comunità di Boscoreale?

“Bisogna amare il territorio. Sono anni che la mia vita si svolge a Boscoreale e non nella mia città di origine. I ragazzi e i bambini della scuola sono figli della città, il suo futuro”. 

Lei non è una preside social ma aperta alla comunicazione, trasmettendo sempre un grande segnale di trasparenza. In questo momento di emergenza come si sta relazionando con i ragazzi? 

“E’ vero, non ho un profilo Facebook, ma curo personalmente la pagina della scuola con la collaborazione di altre colleghe. Con i ragazzi organizzo videochiamate, invio messaggi. Devo ammettere che ciò non compensa la loro assenza, mi mancano. Mi manca la loro presenza e il loro vociare”.

Il Coronavirus osservato attraverso gli alunni che sensazioni le dà?

“A loro vanno i miei complimenti. Sono bravi, stanno gestendo la situazione meglio di noi adulti. Non si lamentano, hanno consapevolezza del pericolo e dell’emergenza che stiamo vivendo. Sono cresciuti e sono molto più maturi. Sono però dispiaciuta per i ragazzi di terza che devono sostenere l’esame, un appuntamento che nella vita non si dimentica mai e che quest’anno sarà un po’ più particolare ”. 

Cosa le dispiace particolarmente al di là dello stato d’animo generale per il lockdown?

“Che con i miei alunni non avrò modo di recuperare. Questo sarebbe stato il periodo delle visite d’istruzione, dei concorsi. Avremmo condiviso tante emozioni. Ma non li lascio soli, insieme alle docenti abbiamo stabilito di valutarli in modo di diverso. Meritano un’attenzione speciale, non vivranno l’emozione che accompagna l’esame finale ma non si sentiranno abbandonati dalla scuola”.

Come sta gestendo la didattica a distanza?

“Lavorando 24 ore al giorno. La scuola è altro, è confronto, è condivisione. Essere dirigente scolastico di un istituto comprensivo vuol dire occuparsi di una fascia d'età ampia e non bisogna dimenticare che dietro agli alunni ci sono le famiglie. Quindi, ho organizzato incontri scuola-famiglia virtuali con i genitori e le referenti di ogni classe. Naturalmente, ci sono nelle classi dei casi che meritano una sensibilità maggiore. I bambini della scuola dell’infanzia stanno lavorando con le loro maestre attraverso Whatsapp. L’invio di un video o di un messaggio tiene in vita il contatto”.

Nonostante la criticità della situazione, i suoi ragazzi continuano a prendere parte a concorsi e gare a dimostrazione che sono guidati dall’istituzione scuola. 

“E’ vero, non ci siamo fermati. Sono stata in collegamento con il gruppo dei ragazzi che parteciperanno al concorso ‘Matematica&realtà’, per incoraggiarli”.  

Potremmo dire con uno slogan che il contatto è virtuale e le emozioni sono reali... 

“Grazie alla collaborazione dei docenti, facciamo il possibile per raggiungere tutti, senza distinzione di grado. Io stessa, diverse volte, telefono alle famiglie per capire cosa impedisce la partecipazione e la presenza in questo nuovo mondo scolastico fatto di videolezioni”.

E’ stata la prima preside del territorio a consegnare materiale informatico per garantire la didattica ai suoi alunni, un bel risultato sia in termini di solidarietà che di trasparenza.

“Tutti hanno il diritto allo studio, attraverso un monitoraggio compiuto dalle docenti abbiamo capito chi ne avesse più bisogno. Abbiamo prima consegnato i tablet che i ragazzi usavano a scuola, poi quelli acquistati grazie ai fondi del Miur. Siccome ai miei ragazzi sono stati già sottratti i tablet, con il furto all'edificio in Via Nicola De Prisco, ho acquistato i dispositivi ma non li ho ritirati. La consegna del materiale comporta un lavoro impegnativo e per evitare che venissero trafugati dalla scuola li abbiamo ritirati e consegnati nello stesso momento senza depositarli in un edificio a rischio”.

Lei personalmente ha emozionato i ragazzi e i genitori per aver preso parte a un contest in cui ha dato la voce all'autore che ha fatto amare la lettura a tante generazioni, Gianni Rodari. 

“La lettura è un mezzo di comunicazione. La comunicazione è essenziale, in qualsiasi forma, con qualsiasi mezzo ed in ogni circostanza”.

 


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29-04-2020 14:09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA