Un borsone con 350 mila euro a casa di un operaio di una ditta rifiuti. Quel 'tesoretto' era diviso in due
borsoni. Uno conteneva 250 mila euro ed erano soldi che sarebbero dovuti servire per pagare chi aveva gia' votato per i candidati designati. Altri 100mila euro sarebbero invece serviti per pagare tangenti e accaparrarsi una fetta di appalti nella
gestione dei rifiuti. Questa l'ipotesi che questa notte ha spinto la procura di Napoli a firmare un decreto di sequestro beni per equivalente in un appartamento anonimo di un operaio, Ciro Gentile, di Portici. Era lui il custode di quelle potenziali 'mazzette', somme in contanti che non avrebbero
lasciato traccia e che all'occorrenza sarebbero state prelevate.
Altri due gli indagati. Il primo e' Vincenzo Izzo, imprenditore di Torre del Greco, che deve rispondere di voto di scambio per elezioni gia' passate e non per quelle che si terranno a Napoli domenica e lunedi'. I 100mila euro sarebbero
di Giuseppe Spacone, imprenditore di Giugliano che si occupa della raccolta di rifiuti nell'area Nord. Secondo l'ipotesi della Procura di Napoli i soldi sarebbero serviti anche per pagare tangenti per accaparrarsi appalti.
RicIn serata, a Napoli, Torre del Greco e
Portici, nel Napoletano, i carabinieri hanno dato esecuzione a
un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Napoli, su
richiesta del pm Mariella Di Mauro e dell'aggiunto Giuseppe
Lucantonio, a carico di 3 indagati, a vario titolo, di
fraudolento trasferimento di valori e riciclaggio. I due sono anche indagati per associazione per delinquere finalizzata a plurime ipotesi di turbative d'asta, turbata liberta' del procedimento di scelta del contraente, corruzione, concussione consumata, associazione a delinquere finalizzata alla compravendita di voti elettorali.
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