LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il caso

Bimbo ucciso di botte dal patrigno, arrestata anche la mamma: "Complice nell'omicidio"

Valentina Casa era tornata a vivere a Massa Lubrense

di Redazione
Bimbo ucciso di botte dal patrigno, arrestata anche la mamma:

Arrestata a Massa Lubrense dove era tornata a vivere con la madre. Sarebbe rimasta inerte mentre il compagno picchiava a morte il figlio di sette anni e feriva la sorellina e invece di chiamare i soccorsi si sarebbe prodigata a cancellarne le tracce, pulendo il sangue e ed eliminando ogni traccia del terribile pestaggio. La polizia ha arrestato la mamma di Giuseppe Dorice, il bambino ucciso a botte dal suo convivente Tony Badre, già finito in carcere. Era lì mentre suo figlio moriva massacrato di botte e alla sorellina veniva inferte ferite al volto. Una furia scatenata dal fatto che i due fratellini aveva rotto il letto appena comprato. Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Gip del tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura di Napoli Nord. Il pubblico ministero Paola Izzo ha ipotizzato il reato di concorso in omicidio aggravato dalla crudeltà e dall’abuso delle relazioni familiari. La donna, Valentina Casa, è stata arrestata a Massa Lubrense. che aveva coinvolto anche la sorellina della vittima, rimasta fortunatamente solo ferita, aveva assistito anche la donna, che si era difesa dicendo di essere sotto shock durante il fatto, e di non essere riuscita a fare nulla. I poliziotti hanno eseguito un'ulteriore ordinanza a carico di Badre per il tentato omicidio della sorella del bimbo. L’indagata, secondo la ricostruzione investigativa, provava aveva provato a cancellare il sangue uscito dalle ferite dei figli con dei teli lasciati in bagno, occultava all’interno della pattumiera le ciocche di capelli strappate dal compagno alla figlia e non riferiva immediatamente che Tony era stato l’autore di quello scempio, negava piuttosto la violenza già perpetrata all’indirizzo dei bambini. La condotta della donna, e quella del compagno, sono state ricostruite attraverso una complessa attività investigativa, che si è articolata in plurimi accertamenti di natura tecnica, innanzitutto di tipo medico-legale, che hanno accertato come la violenza dei colpi inferti ai bambini fosse risultata idonea a cagionare il decesso di Giuseppe e l’esposizione ad imminente pericolo di vita della figlia primogenita. Anche i medici del Santobono, che hanno prestato i primi soccorsi alla piccola, hanno certificato la assoluta gravità delle lesioni da lei riportate alla testa ed al volto. L’inerzia della donna rispetto all’omicidio del figlio Giuseppe ed al tentato omicidio della figlia ad opera del compagno si unisce alla tragica storia di maltrattamenti che andava avanti da tempo. Nel corso delle indagini, infatti, sono state raccolte le dichiarazioni dei vicini di casa degli indagati e quelle delle insegnanti dei bambini, che hanno riferito delle evidenti ecchimosi e delle molteplici tumefazioni, frequentemente notate sul volto e sul corpo dei bambini. È stato anche riferito che i piccoli apparivano poco curati, completamente abbandonati a sé stessi, costretti a non intrattenersi a giocare nel cortile di casa con i coetanei e a non parlare con i vicini.
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11-04-2019 11:44:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA