La vicenda giudiziaria di Bassolino rende onore e dignità ad un uomo politico ma non solo.
È la storia di un potente, anzi dell’uomo politico piu potente della II^ Repubblica nel Mezzogiorno, che, a dispetto anche dei contemporanei, aveva un ruolo apicale nel panorama politico nazionale.
Il Sindaco del Rinascimento Napoletano, Governatore della Regione per dieci anni ma anche Ministro che, sebbene per poco tempo, aveva segnato una pagina significativa ed una svolta nelle dinamiche del mondo del lavoro.
Ebbene, alla fine del primo decennio di questo millennio da uomo venerato ed accondisceso divenne l’epifenomeno della malapolitica.
Di qui la fuga degli adulatori ( gli amici il Governatore li avrà contati dopo) ed una gogna giudiziaria inaudita. Mancava nel novero delle accuse solo la fame nel mondo, poi c’erano tutte. La risposta in dieci anni e più è stata solo un profondo silenzioso rispetto istituzionale, senza comparsate televisive e piazzate mediatiche, purtroppo pane quotidiano nei talk e nei tabloid del nostro tempo.
Ma la parabola politico-giudiziaria di Antonio Bassolino è di più, è il fallimento della gogna mediatica giudiziaria che, cominciata nel post Tangentoli, ha avuto il suo acme nell’ultimo ventennio.
Una classe dirigente, strutturata e trasversalmente posizionata, assassinata politicamente da uno stuolo di giustizialisti al soldo di una mediaocre congerie di personaggi da cabaret politico, oggi al comando del paese. Non ne conosco i numeri esatti ma temo che rasentiamo il 90% dei processi politico-giudiziari risolti con la assoluzione con “formula piena”.
E chi lo ascrive ad un fallimento della magistratura commette un errore eguale e contraria.
E’ il fallimento culturale di un Sistema. Di un patto tra un mondo culturalemte contiguo, tra uomini d’affari, stampa “orientata”, magistratura servizievole e politica inadegauta.
Nessun complotto, per carità. Un Sistema evidente che ha catalizzato l’interesse prima, e il consenso poi, di quasi la metà dei cittadini anzi oltre la metà nel Mezzogiorno.
È il fallimento del “nuovo che avanzava”. È il fallimento di una storia italiana scritta da una masnada di livorosi incompetenti ed inadeguati che presto sarà relegata al suo destino, il dimenticatoio.
Ah dimenticavo! Di Antonio Bassolino non sono stato audolatore ne’ sono amico, ma mi iscrivo nel registro di coloro che hanno guardato sempre con rispetto e riguardo il suo straordinario percorso politico, nonostante le differenti matrici culturali.
*Tony Pannullo già sindaco di Castellammare