LUNEDÌ 16 SETTEMBRE 2024




Il fatto

Baby gang, domani il Csm a Napoli: bloccare la fuga dalle scuole

Violenze di gruppo, stese e bullismo i fenomeni più diffusi

di Redazione
Baby gang, domani il Csm a Napoli: bloccare la fuga dalle scuole

Stupri su ragazzine, risse e violenza tra Napoli e la sua provincia. Il Csm domani a Napoli per eleborare proposte e analisi sull'esplosione di violenze. Una rilevazione "accurata e tempestiva" della dispersione scolastica, "anche a 'singhiozzo'", una mappatura del rischio devianza per i minori, più iniziative didattiche e sociali, un accesso pianificato alle attività sportive e anche più assistenti sociali. Queste alcune delle conclusioni a cui è giunta la VI Commissione del CSM attraverso lo studio di un "osservatorio privilegiato", la città di Napoli e la sua provincia. La "Risoluzione in materia di attività degli uffici giudiziari nel settore della criminalità minorile nel Distretto di Napoli", (relatori i consiglieri Balducci, Ardituro e Cananzi) sarà sottoposta al del Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, domani, nel Palazzo di Giustizia partenopeo.
Il documento che, prendendo spunto dal "caso Napoli", analizza a fondo le devianze minorili disegnando un responso che ha anche una valenza nazionale. Nel capoluogo partenopeo, infatti, il fenomeno trova terreno fertile a causa "del disagio sociale e della difficoltà economica che affligge ampi settori della popolazione" e "delle gravi carenze educative genitoriali, che spesso favoriscono il diffondersi della sottocultura dell'illegalità". Il tutto inoltre si innesta "su un territorio caratterizzato dall'endemica presenza della camorra".
Per la VI Commissione, uno dei germi che innescano la devianza minorile è la responsabilità genitoriale, esercitata "in maniera pregiudizievole", che in un contesto familiare mafioso, ha costretto l'autorità giudiziaria a gravi provvedimenti, come l'allontanamento, per evitare l'indottrinamento criminale della "famiglia maltrattante". In questi contesti sono nati i cosiddetti baby boss, i baby pusher, e i baby killer, aggregatisi in quelle che vengono definite "paranze" caratterizzate da una elevata pericolosità sociale. Si tratta di piccoli gruppi malavitosi, altamente spregiudicati, pronti a tutto pur di conseguire i propri obiettivi criminali.
Anche con le cosiddette "stese" (l'ultima appena la scorsa notte a Napoli) le quali null'altro sono che dimostrazioni di predominio, a carattere terroristico, durante le quali minori o ragazzi appena più che maggiorenni, in sella a potenti scooter, mettono a repentaglio la vita di innocenti sparando colpi d'arma da fuoco all'impazzata scorrazzando nei vicoli della città.
Modalità sconosciuta alla "vecchia" camorra.
La devianza minorile a Napoli, come in altre città, ha assunto anche forme non esclusivamente mafiose ma altrettanto preoccupanti, come il bullismo e cyberbullismo. Tra fine del 2017 e i primi mesi del 2018, hanno prodotto casi particolarmente preoccupanti, con accoltellamenti in strada, in pieno giorno, e aggressioni una delle quali sfociata anche con la morte di un vigilante, padre di famiglia.
Segno precursore della devianza criminale del minore è, innanzitutto la dispersione scolastica, particolarmente preoccupante in determinati territori di Napoli e provincia dove, inoltre, i servizi di sostegno alle famiglie sono ridotti ai minimi termini. Nelle "enclavi storiche" della delinquenza, il totale degli assistenti sociali in servizio nell'anno in corso ammonta a 1.042 unità, per una popolazione di 5.839.084 abitanti, di cui 3.117.000 insediati nella Città metropolitana di Napoli e 966.425 nel comune di Napoli, vale a dire un assistente sociale per 5600 abitanti. Troppo pochi, in sostanza.
La risoluzione, inoltre, punta il dito contro il flusso informativo dalla scuola verso le altre istituzioni, compresa la magistratura minorile, che "risulta ad oggi fortemente insoddisfacente, se non deficitario".
Il documento, dopo l'eventuale approvazione da parte del plenum, sarà trasmesso ai presidenti del Senato e della Camera dei Deputati; al presidente della Commissione Parlamentare Antimafia; ai ministri della Giustizia e dell'Istruzione; alla Regione Campania (a cui si chiede l'istituzione di un ufficio di coordinamento dei servizi socio-assistenziali dei minori); al Comitato Olimpico Nazionale; al Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, ai Dirigenti degli Uffici giudiziari; al Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e alla Scuola Superiore della Magistratura.
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10-09-2018 13:23:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA