Si sente pronto al sorpasso Orfeo Mazzella, candidato M5S al Collegio Uninominale U06 del Senato, ovvero il collegio Torre del Greco che pochi giorni fa l’ultimo sondaggio SWG, ha definito «in bilico» perché qui il vantaggio del centrodestra, dato per vincente nella maggioranza degli altri collegi, era ridotto a pochi punti.
Mazzella, molti commentatori in questi giorni, sia pure con toni diversi, concludono sostanzialmente che la campagna elettorale dei partiti sul Sud oscilli tra promesse senza particolari garanzie e il consueto assistenzialismo. Lei cosa risponde?
«Io credo che innanzitutto bisogna avere una visione complessiva e che ogni proposta vada inquadrata nel contesto reale e complesso dei territori a cui è rivolta. Per questo ritengo fondamentale che i candidati, prima di parlare, debbano conoscere attentamente le dinamiche dei territori che dovranno rappresentare in Parlamento. Per esempio non si può promettere genericamente sostegno alle imprese senza fare una valutazione di impatto ambientale. Però non solo gli ultimi sondaggi, ma soprattutto le percezioni che ho avuto e continuo a ricevere incontrando sistematicamente cittadini dei comuni del mio collegio, mi fanno credere che gli elettori stiano comprendendo che il destino del Sud è davvero legato all’esito di queste elezioni».
Perché?
«Perché cominciano a comprendere veramente in cosa consiste l’autonomia regionale differenziata che la Lega con il centrodestra vuole, ma senza spiegare cosa sia. Io sono pronto a un confronto pubblico con la candidata della Lega nel mio collegio».
L’autonomia regionale prevede il trasferimento in via esclusiva alle regioni una potestà legislativa su molte materie che secondo la Costituzione appartengono alla legislazione concorrente e di competenza esclusiva dello Stato, per esempio sanità, istruzione, tutela dei beni culturali e tante altre. Ma non potrebbe portare dei benefici?
«Il punto è che l’autonomia prevede, insieme all’attribuzione della potestà legislativa, il trasferimento alle regioni delle risorse finanziarie derivanti dal gettito fiscale dell’Iva. Ciò che non viene spiegato è che l’Iva va a finanziare il Fondo di perequazione, che la nostra Costituzione indica come strumento per garantire il miglioramento dei servizi e un equilibrio economico soddisfacente su tutto il territorio nazionale e che in gran parte va a finanziare la sanità pubblica.
È evidente che sottraendo risorse all’erario nazionale e dunque al Fondo di perequazione il divario Nord-Sud cresce, affaticando tutto il Paese, e il drastico ridimensionamento dei trasferimenti Stato/Regioni/Comuni ha come prima conseguenza l’aumento della tassazione locale. Ma soprattutto crollerà il sistema sanitario pubblico in un territorio come il nostro dove già siamo costretti a pagare di tasca nostra le prestazioni sanitarie, dove ci stiamo battendo per la riapertura dei pronto soccorso e dove è rilevante la fuga dei medici dagli ospedali pubblici».