C’è aria di bufera in casa Napoli, dove il pareggio di Genk ha lasciato il segno e aperto due casi che faranno discutere molto nei prossimi giorni.
Andiamo con ordine anche se le due situazioni sono collegate.
La tribuna inaspettata di Lorenzo Insigne per “scelta tecnica” come ha detto senza usare giri di parole in conferenza stampa Ancelotti è il primo caso, chiaro segnale che a Genk si è riaperta una ferita mai del tutto cicatrizzata fra lo scugnizzo di Frattamaggiore e il signorotto di Reggiolo.
Insigne non ama il ruolo di quarto a sinistra e lo ha più volte manifestato, visto che ha dato il meglio di se nel sarriano 4-3-3, ma non è suo agio neppure con il 4-2-3-1 e qui in buona compagnia di molti altri azzurri.
Ancelotti invece ritiene che Insigne si stia impegnando poco e gli ha voluto mandare un segnale chiaro, questo nelle apparenze.
La verità è come sempre in mezzo, con il tecnico che vuole imporre i suoi meccanismi di gioco chiedendo ai giocatori di adattarsi anche in ruoli che snaturano le loro caratteristiche, e alcuni di questi che iniziano a soffrire più del dovuto cambiamenti di posizione e turnover, che, complice una gara ogni tre giorni, non consente soprattutto a chi ha svolto solo parte della preparazione a Dimaro, di essere bello pimpante come dovrebbe accadere di questi tempi, un dato allarmante se si pensa che gli altri vanno già a mille.
Ma a preoccupare l’ambiente, polemiche e moduli a parte, e l’approccio mentale della squadra alle gare di scarso appeal, e qui viene facile e naturale il paragone fra quella giocata contro i campioni d’Europa del Liverpool e le ultime tre gare (due di campionato e una champions).
Qual’è il vero Napoli?
Possibile che la squadra stia diventando una rivisitazione calcistica della storia del dottor Jekyll e del signor Hyde?
I tifosi si augurano di no, come pure la società che sicuramente mai come quest’anno ha investito molto e vuole giocarsela. Dal canto suo Ancelotti in pubbico non fa drammi e predica che la forma è buona e la squadra ha le caratteristiche giuste per vincere; poi non sapendo come uscirsene incalzato dalle domande, non trava di meglio che prendersela con la stampa, rea a suo parere di essere troppo negativa nei confronti del Napoli e della sua gestione.