Un appartamento comprato a Caserta alla metà del suo valore. Sarebbe stata una delle contropartite intascate da Sebastiano Donnarumma in cambio di appalti ad imprese amiche. Un "affare" per il quale risulta tra gli indagati anche Davide, 32 anni residente a Castellammare, il figlio del dirigente dell'Asl finito agli arresti domiciliari lunedì mattina. Sono una decina gli appartamenti e i box e altre proprietà che il funzionario di Pimonte avrebbe acquistato e intestato ai due figli. Ma quello di Caserta per gli inquirenti avrebbe un valore di 240 mila euro e invece sarebbe stato pagato la metà. Una fortuna immobiliare che per l'accusa avrebbe una sola giustificazione: investire i soldi che arrivavano dalle imprese che favoriva negli appalti per l'Asl Na 3. Proprietà intestate ai figli, che Sebastiano Donnarumma non avrebbe potuto permettersi con lo stipendio da funzionario dell'Asl e la carriera cominciata come architetto da Pimonte. A pensarci era l'imprenditore Piccolo, tra i quattro finiti ieri nei guai insieme al funzionario pubblico, che è stato incastratato anche dalle intercettazioni telefoniche. Tanti gli appuntamenti con il dirigente dell'Asl, a volte vicino all'ufficio a via De Gasperi, altre nei posti e negli orari più strani. Subito prima di questi appuntamenti Piccolo avrebbe sempre prelevato dei contanti. Incontri motivati con frasi generiche, che per i magistrati sarebbero serviti a pagare le tangenti concordate. In quattro anni sarebbero transitati sui conti del funzionario pubblico e di suo figlio 190 mila euro di cui non si conoscerebbe la provenienza. Più l'acquisto da società edili di immobili ad un prezzo stracciato. Cinquanta le commesse finite sotto la lente degli inquirenti per lavori che in alcuni casi non sarebbero mai stati fatti. Anzi. Gli operai che avrebbero dovuto essere a Castellammare o a Torre del Greco erano in cantieri in altri posti d'Italia. A pagare le imprese toscane, che riciclavano soldi del clan dei casalesi, era però l'Asl Na 3. Soldi dei cittadini che finivano nelle casse della cosca grazie alla complicità di Sebastiano Donnarumma. Questo il teorema della Procura di Firenze che da ieri mattina ha costretto agli arresti domiciliari il funzionario accusato di "corruzione" e di false fatture. In pratica avrebbe gestito a suo piacimento fondi pubblici per sei milioni di euro favorendo un cartello criminale per cinque anni. Dopo il terremoto dell'inchiesta partita da Firenze, coordinata dalla Procura nazionale Antimafia, Donnarumma è stato sospeso dall'Asl. Un provvedimento assunto in seguito alla misura cautelare, fino a quando non si conosceranno gli esiti dell'inchiesta interna avviata dal manager Antonietta Costantini. Ma l'inchiesta sugli appalti fantasma potrebbe essere solo agli inizi e avere altri sviluppi sul fronte locale.