L'amico di infanzia legge le prime parole di una lettera: "Avevamo tre anni quando ci siamo conosciuti". E poi non ce la fa. Si ferma: "Non ti dimenticherò mai". Sono gli amici a rendere unico e straziante il funerale del tredicenne precipitato dal quarto piano. Entrato nel suo personale incubo per chat e minacce di sei giovanissimi che lo avevano preso di mira secondo quanto ricostruito dalla Procura di Torre Annunziata.
La commozione è troppo forte per un ragazzino piegato dal grande dolore e non riesce ad andare avanti. Una ragazzina sale sul pulpito. Piange e rotorna con la mente a quando Ale l'accompagnava a casa per paura che potesse succedere qualcosa: "Non voglio rassegnarmi, voglio continuare a parlarti, mi sembra tutto surreale. Sapevi esserci, rialzarti, proteggerci". Nel silenzio generale risuonano le parole della sua prof: "Averti come alunno per me è stato un dono. Eri una persona speciale: ci ha insegnato ad amare e a perdonare". La bara è uscita dal chiostro di Sant'Agostino, tra le note della canzone di Blanco " Finchè non mi seppelliscono" tra il lancio di palloncini bianchi e una scritta Alé.
Commossi i suoi compagni di scuola che come i familiari del ragazzo per tutta la durata del rito funebre non hanno staccato
gli occhi dalla bara bianca.