"Il 24 marzo 2016 Johan Cruyff è morto serenamente a Barcellona, circondato dalla sua famiglia dopo una battaglia combattuta con il cancro" queste le parole comparse qualche ora fa sul suo sito web, che continua così: "è con grande tristezza che vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di dolore".
Se ne è andato via cosi, in silenzio a 68 anni, in una mattina di primavera a Barcellona, città nella quale aveva scelto di vivere dopo il calcio giocato, Johan Cruyff, il campione olandese che negli anni '70 aveva incantato le platee sportive di tutto il mondo, ha combattuto a lungo contro il cancro, ma alla fine ha ceduto.
Nella sua storia calcistica consumata tra Olanda e Spagna aveva giocato con Ajax, Feyenoord e Barcellona, nel suo palmares 4 coppe dei campioni di cui una da allenatore e 3 palloni d'oro.
Uomo simbolo del cambiamento calcistico, precursore del calcio totale e moderno, geniale e rivoluzionario come i tempi che viveva, un uomo che ha avuto tutto grazie al calcio, ma che al calcio e alla vita ha dato altrettanto; persona difficile tanto da non apparire simpatico a prima vista, metteva tutti d'accordo quando in campo con la sua maglia numero 14 deliziava anche i palati più esigenti con giocate di rara visione e intelligenza calcistica. Un grande del suo tempo a cavallo fra Pelè e Di Stefano prima dell'era Maradona. Un grande che ci lascia in eredità un calcio rivoluzionario, come rivoluzionaria è stata la sua vita, il suo gioco, la sua maglia numero 14.