"Mi raccomando falli sorridere come solo tu sai fare". E' il messaggio di un'amica che saluta così Luigi Chierchia, morto a ventidue anni mentre era al lavoro. Schiacciato da due lastre di marmo in un capannone dell'azienda a Sant'Antonio Abate in cui era impiegato senza un contratto. Una tragedia di cui dovrà rispondere il titolare della ditta Rosa Marmi accusato di omicidio colposo come primo atto di un'inchiesta aperta della Procura di Torre Annunziata, che ha disposto anche l'autopsia avvenuta questa mattina. E così la famiglia e i tantissimi amici di Luigi potranno dirgli addio domani a Lettere, nel paesino dei Monti Lattari in cui era nato e nel quale tornerà per essere sepolto. I funerali sono stati fissati per domani mattina alle undici, ma sono due le comunità che piangono la sua scomparsa e in cui sarà proclamato il lutto cittadino, oltre Lettere c'è infatti anche Santa Maria la Carità dove il ragazzo viveva con la famiglia ed era conosciutissimo per la sua attività di volontario nella Pro Loco. A Castellammare lo piango i suoi ex compagni di scuola e i professori, Luigi infatti si era diplomato all'istituto Elia e soprattutto la fidanzata. Se domani sarà il momento dell'addio, andranno avanti nel frattempo le indagini dei carabinieri agli ordini del maggiore Donato Pontassuglia che hanno ascoltato l'uomo che ha portato Luigi all'ospedale San Leonardo. Il soccorritore ha dichiarato di averlo trovato in una campagna. In realtà l'incidente è avvenuto in un deposito dell'impresa per la quale Luigi lavorava proprio come l'uomo che l'ha trovato. Intanto la bacheca Fb del ragazzo continua ad essere inondata di messaggi dai tantissimi che vogliono ricordarlo come il giovane che "sapeva fare sorridere tutti". Ma il nome di Luigi sarà anche ricordato tra quelli delle tante vittime di un'Italia che non sa fermare il sempre più lungo elenco delle morti del lavoro.