"È una ingiustizia". Una rabbia impotente travolta dal dolore più grande. "Un uomo non può morire mentre porta a spasso il suo cane. Non si tratta di fatalità ma di ingiustizia. Che il Signore sappia dare consolazione a famiglia, amici e colleghi, affinché non si abbia sete di vendetta, ma di bene e di giustizia”. Sono le parole scelte da don Ciro Cozzolino per interpretare il sentimento dei tanti che oggi pomeriggio hanno partecipato ai funerali di Gioacchino Mollo. Il parroco e la famiglia chiedono giustizia per l'assurda morte dell'oculista travolto da un pino. Una vita spezzata a 61 anni mentre giovedì mattina portava il suo cane a spasso a Cava de Tirreni. Un lungo applauso ha accompagnato l'uscita della bara dalla chiesa, mentre un passo indietro la moglie si teneva stretta al parroco per reggere, con le tre figlie in lacrime, il momento dell'addio dal marito. Subito prima, concludendo la sua omelia dall'altare, il prete della parrocchia della Santissima Trinità aveva detto: “Se potessi farvi un regalo questa sera vi darei un orologio. Ci sono certe ore che vorremmo non arrivassero mai e altre che vorremmo far scivolare velocemente. Altre per farci rimettere le lancette indietro. Ma così non è. Noi viviamo il presente. Abbiamo sentito che questo presente è insopportabile. Il tormento purtroppo non si è affievolirà”. Ad accompagnare l'oculista nel suo ultimo viaggio tantissimi amici e i suoi pazienti. Con uno striscione l'hanno voluto salutare i colleghi del reparto della clinica Maria Rosaria di Pompei che ogni mattina condividevano con lui la missione di curare gli altri. Poi il volo dei palloncini bianchi, al suonare delle campane, perché le lancette della morte non si possono portare indietro.
Puoi ricevere le notizie de IlCorrierino.it direttamente su WhatsApp. memorizza il numero 334 919 32 78 e invia il messaggio "OK notizie" per procedere