Il patto tra Marina di Stabia e il comune di Pompei lascia fuori dalla porta Castellammare. Il caso della convenzione firmata giovedì scorso fa discutere soprattutto sul fronte stabiese. «Se rilancio turistico dev'essere, è giusto che inizi da Castellammare di Stabia».
A dirlo è Annarita Patriarca, deputata di Forza Italia alla Camera e capogruppo azzurro nel consiglio regionale della Campania.
«L'accordo tra il porto di Marina di Stabia e il Comune di Pompei, così come raccontato dai media in questi giorni, è certamente una interessante iniziativa di marketing territoriale, ma è incomprensibile che la città di Castellammare di Stabia, luogo in cui si trova il molo, sia stata del tutto estromessa dal programma».
«Castellammare e Pompei sono realtà interconnesse su più livelli, non ultimo quello archeologico e storico. Pensare di legare il brand degli Scavi a Stabia con una operazione a scavalco della città non è solo un errore di metodo, ma anche di merito. L'intera Castellammare ha tutte le potenzialità e le caratteristiche, anche dal punto di vista dell'hospitality, per rappresentare la porta d'ingresso di Pompei e per rafforzare, a sua volta, la propria identità e la propria vocazione turistica. Ridurre queste specificità a un accordo con una singola infrastruttura del territorio è un'occasione persa, e non certo per una mancanza di volontà da parte della città».
«Ci sono, però, ancora modo e tempo per recuperare – conclude la Patriarca –. Anzitutto convocando un tavolo di confronto coi commissari prefettizi che, oggi, governano l'Amministrazione comunale e, loro tramite, studiare adeguate misure correttive per garantire pari dignità anche a Castellammare. Solo in questo modo, una buona idea diventerà un eccellente progetto».