"Ho rassegnato oggi le mie dimissioni da senatore nelle mani del presidente Pietro Grasso per protestare contro il fatto che il mio provvedimento sta subendo rallentamenti e potrebbe non venire approvato definitivamente entro l'estate". A spiegarlo, in una conferenza stampa a Palazzo Madama, è l'esponente di Ala, Ciro Falanga primo firmatario del provvedimento che indica alle Procure delle priorità per l'abbattimento dei manufatti abusivi. Ora saranno i colleghi di Palazzo Madama a decidere se accettarle, nel frattempo il parlamentare torrese eletto in Forza Italia resterà al suo posto. La scelta per protesta dopo la morte per infarto di un anziano a cui stavano abbattendo la casa abusiva a Eboli.
"Alla Camera - racconta Falanga - dove la presidente della Commissione Giustizia Donatella Ferranti ha correttamente e prontamente calendarizzato il disegno di legge, il M5S si è opposto a che il testo venga esaminato in sede deliberante, cioè accelerando i tempi senza che si passi dall'Aula". Perché un disegno di legge venga esaminato in sede deliberante serve infatti il via libera da parte di tutti i gruppi parlamentari.
"E questo, da parte del M5S, lo trovo sinceramente un atteggiamento inaccettabile e scellerato", dichiara il senatore di Ala che respinge al mittente ogni critica di aver voluto "strumentalizzare" la recente morte del "pensionato di Eboli" vittima di un infarto, mentre gli stavano abbattendo la casa abusiva nella quale viveva con tre nipotini minorenni e la moglie. vergognoso sostenere questa accusa - ribatte Falanga - anche perché io avevo minacciato di dimettermi subito dopo il voto del Senato nel caso in cui alla Camera il provvedimento non fosse stato approvato in tempi più che rapidi". "Quindi - insiste - la morte di questo povero uomo non fa che accrescere la mia indignazione per il rallentamento di un ddl che avrebbe potuto risolvere non pochi problemi soprattutto nella mia regione che non ha potuto godere del condono, come tutte le altre regioni, per via di una legge evidentemente incostituzionale".
Al testo, rispetto alla versione già licenziata da Montecitorio, sottolinea Falanga che è stato accompagnato in conferenza stampa dal capogruppo di Ala, Lucio Barani, "abbiamo apportato una modifica minima". Abbiamo cioè aggiornato solo la data del triennio in cui sarebbe stato ripartito il fondo previsto: scrivendo "2017/18/19" invece che "2016/17/18" com'era prima. Quindi non si vede davvero perché negare un esame più rapido in sede legislativa ad un testo già confermato in ben due rami del Parlamento" e dunque non più modificabile "nella sua essenza".
"Se il M5S non si fosse opposto alla deliberante io non mi sarei dimesso", prosegue il senatore che rassicura anche gli ambientalisti che temono uno stop degli abbattimenti. "I manufatti abusivi andranno comunque demoliti - avverte - ma cambierà il criterio: invece dell'ordine cronologico si seguirà un ordine di importanza, si partirà cioè da quelli in possesso di mafia e criminalità rispetto a quelli dove abitano famiglie numerose e privati cittadini che magari oggi hanno 50 anni e non hanno più nulla in comune con ciò che erano 30 anni prima quando commisero l'abuso...". "Fino a quando l'Assemblea non accoglierà comunque le mie dimissioni - assicura Falanga - io continuerò a lavorare e a fare il mio dovere sino in fondo. Proprio come l'ex M5S che stimo tantissimo, Vacciano, che sono anni che cerca di dimettersi, ma invano ed è sempre presente in Aula e commissione".