GIOVEDÌ 19 SETTEMBRE 2024




Il voto

A Pompei faida PD, Martire: 'Amitrano sindaco inerte, sbagliato ricandidarlo'

I Dem locali contro i vertici napoletani: 'Il suo nome è una provocazione'

di Redazione
A Pompei faida PD, Martire: 'Amitrano sindaco inerte, sbagliato ricandidarlo'

A Pompei due candidati a sindaco per una sola bandiera. Il PD dilaniato da un braccio di ferro tra il sindaco mandato a casa dai suoi e il regista dell'operazione che ha riportato il commissario prefettizio nella città degli scavi. Se i Dem da Napoli fanno sapere di volere ricominciare da Pietro Amitrano, i locali danno a Bartolo Martire il compito di replicare con una lunga nota. L'ex capogruppo consiliare contro i consiglieri regionali Casillo e Raia. “Abbiamo appreso che alcuni organi di stampa hanno riportato delle dichiarazioni in merito alla riunione con il Pd provinciale svoltasi mercoledì sera che non corrispondono al vero. Abbiamo letto dichiarazioni da parte del consigliere Mario Casillo che, al contrario, non è proprio intervenuto e altre attribuite a Loredana Raia diametralmente opposte a quanto da lei dichiarato”. Ad intervenire nella bagarre che da giorni vede contrapposti i vertici provinciali del Pd con quelli locali è Bartolo Martire, ex capogruppo consiliare di Pompei. “Il segretario provinciale e alcuni membri della segretaria ci hanno accusato di non aver condiviso con loro la scelta di sfiduciare l’amministrazione Amitrano. Cosa anche questa non corrispondente al vero. La stessa Raia – come da lei stessa confermato nel corso dell’incontro - ha seguito costantemente l’operazione e le decisioni assunte dal gruppo dirigente cittadino, prima e durante, le fasi che ci hanno poi portato a muovere la sfiducia nei confronti dell’amministrazione. Ma la cosa più grave – continua Martire – è che abbiamo chiuso la riunione provinciale con un’apertura da parte del segretario Sarracino il quale ha aggiornato l’assise affermando che si sarebbe preso dalle 48 alle 72 ore per effettuare un giro di verifiche politiche e riaprire, successivamente, il tavolo delle discussioni. Poi, ieri mattina la sorpresa e le indiscrezioni secondo cui il provinciale avrebbe concesso il simbolo del Pd allo sfiduciato Pietro Amitrano. Il che corrisponde in sostanza a sfiduciare, al contrario, il gruppo dirigente locale e di conseguenza i quattro consiglieri democraticamente eletti, nonché l’intera sezione locale. Cosa, che tra l’altro, spetterebbe, eventualmente, ai vertici regionali e non provinciali. L’atteggiamento assunto – incalza Martire- in ogni caso equivale a rinnegare e far sparire il Pd dal territorio cittadino. Si tratta di una situazione a dir poco paradossale. Sia nei contenuti che nella forma. Inspiegabilmente i vertiti provinciali del partito democratico sfiduciano l’azione politica dei suoi rappresentati territoriali e regala il simbolo ad un sindaco sfiduciato dal suo stesso partito e che per di più non è iscritto al Pd. Non è chiaro Amitrano con quali forze dovrebbe presentarsi alle elezioni – si interroga Martire – considerando che è impossibile e poco credibile che proprio chi lo ha sfiduciato nella scorsa legislatura lo sostenga, poi, nella prossima tornata elettorale. La nostra decisione di prendere le distanze dalla passata amministrazione era fondata su fatti reali, su un’inerzia paralizzante da parte del sindaco, da una sua sottomissione ai dettami dei dirigenti e, soprattutto, da una sfiducia sproporzionata da parte degli stessi cittadini che lo avevano eletto. Lo scoramento della città nei suoi confronti è un dato assoluto e innegabile, ci domandiamo, quindi, come sia possibile sottoporlo di nuovo al giudizio dei cittadini visto che questi hanno già avuto modo, bocciandolo, di valutare il suo operato. E con chi conta di presentarsi alle elezioni? Con un cartello formato da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega che sono già pronti a camuffare i simboli di partito e di presentarsi con delle civiche formate, però, dalle stesse persone? Com’è possibile – prosegue Martire – che il Pd provinciale non abbia alcun imbarazzo in proposito? Come mai interviene in una fase delicata come quella della concertazione del nome da presentare alle elezioni e non ha proferito parola quando la segretaria comunale dello stesso Amitrano è stata eletta all’europarlamento con la Lega e annovera tra il proprio staff esponenti di estrema destra? Noi – conclude Martire - ci siamo presentati alla riunione provinciale aperti al dialogo e al confronto, ma la posizione assunta dai rappresentati napoletani è a dir poco provocatoria. Irricevibile. Avanzare il nome di Amitrano con il quale abbiamo tentato comunque un dialogo fino alla fine è uno schiaffo alla coerenza e, onestamente, pregiudica la credibilità dei vertici provinciali”. “La questione del simbolo è ormai una questione tutta interna al Pd, noi rispetteremo gli accordi presi con la coalizione di centro sinistra e andremo avanti con o senza simbolo”, gli fa eco Franco Gallo, ex vicensindaco dell’amministrazione Amitrano. “La posizione assunta dal Pd provinciale – continua Gallo – è irrispettosa e palesemente provocatoria. Il segretario provinciale dovrebbe badare all’interesse del partito, assumere un ruolo di mediatore proprio per sostenere gli interessi del partito, non perorare le cause dei singoli. Ci hanno accusato di aver irragionevolmente messo termine ad un’esperienza governativa in maniera immotivata. Ma anche questo non corrisponde al vero. Basti pensare alla maniera vergognosa con cui è stata affrontata la questione di Casa Borrelli. Il primo cittadino ha voluto far ricorso all’uso della forza e delle forze dell’ordine per sgomberare gli anziani dalla casa di riposo in piena contrapposizione alle nostre indicazioni che suggerivano di incontrare i familiari dei degenti e affrontare collegialmente e democraticamente la vicenda. Lo stesso atteggiamento lo ha assunto nei confronti del Piano Finanziario e della tassa sui rifiuti, nello specifico, in merito alla quale i documenti da noi prodotti sono rimasti lettera morta e, probabilmente, non sono mai neanche stati letti. Non siamo arrivati alla sfiducia a cuor leggero o in maniera irresponsabile, ma democraticamente e senza far venire mai meno il confronto con il sindaco che, non a caso, abbiamo incontrato anche un’ora prima di depositare le firme davanti al notaio. Al contrario, è irragionevole l’atteggiamento del segretario Sarracino. Non si può cominciare un nuovo capitolo e un’azione di ricostruzione partendo da chi quella distruzione l’ha causata. Se avessero avanzato un altro nome, saremmo stati indubbiamente aperti al confronto. Ma così no. La sua suona letteralmente come una provocazione che va contro i dettami che il ruolo di segretario provinciale gli impone. Sarebbe forse il caso di fare un po’ di formazione politica”. “Ci auguriamo – conclude il capogruppo Martire – che le indiscrezioni non vengano da Sarracino e che al contrario vengano smentite. All’incontro era presente anche Teresa Armato che sin da subito, si è posta in una maniera ambigua. Ci auguriamo quindi che le indiscrezioni passate alla stampa vengano da lì, perché ci sembra letteralmente assurdo che il segretario Sarracino si contraddica cosi palesemente”.
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17-07-2020 09:40:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA