Uno stipendio. Duemila e cinquento euro al mese intascati per un appalto. Soldi ricevuti per sei mesi in cambio del "favore" ricevuto. Rinviato a giudizio dal Tribunale di Torre Annunziata per corruzione Giuseppe Tito sindaco di Meta, l'esponente politico che è anche consigliere metropolitano di Napoli, secondo l'accusa del tribunale avrebbe preso una mazzetta (si parla di 2mila e 500 euro al mese per sei mesi) per aver indirizzato l'appalto relativo al parcheggio sulla spiagga della cittadina della penisola sorrentina.
La procura ha rinviato a giudizio deciso i dirigenti comunali Rina Paolotti, Paola De Maio e Rocco Borrelli, e gli imprenditori Nunzio Lardaro, Antonino Staiano, Carmela Izzo e Aniello Donnarumma.
Ma sull'operato di Tito la procura indaga oltre che per il parcheggio sulla spiaggia, anche per il trasporto scolastico e le luminarie di Natale, tutti appalti risaltenti fra il 2012 e il 2015.
Il sindaco dovrà anche rispondere di: induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, peculato, omessa denuncia e falso.