Si rifiuta di pagare. La risposta del clan non tarda ad arrivare. L'imprenditore viene massacrato per punizione. Il ras, Angelo Cascone, lo colpisce con una testata al volto, gli altri lo circondano e lo colpiscono con calci e pugni mentre l'uomo resta a terra. È l'8 settembre quando la vittima del racket arriva al pronto soccorso del San Leonardo. Poi decide di interrompere la sequenza di minacce e violenze imposte dal clan Cesarano e denuncia la vicenda cominciata un anno prima. La cosca di Ponte Persica pretende 50 mila euro a Natale e la stessa cifra ad agosto. Ma l'imprenditore non intendere pagare il pizzo al clan. Cascone finisce in carcere martedì mattina per un'ordinanza di custodia cautelare della Direzione Distrettuale Antimafia che indaga sulla storia della tentata estorsione, costata alla vittima minacce e violenze. Ma ora il cerchio si stringe attorno ai suoi complici. Con Cascone ci sono altri sei uomini nel commando che esegue il raid a settembre. Indagati in tre, l'inchiesta prosegue per identificare gli altri complici come scrive oggi il quotidiano Metropolis. Domani toccherà a Cascone sottorsi all'interrogatorio di garanzia. Lui, secondo l'accusa, il protagonista delle persecuzioni durate mesi per convincere la vittima a versare 100 mila euro nelle casse del clan. Una vita d'inferno a cui l'imprenditore decide di ribellarsi denunciando tutto.
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