In una foto pubblicata su Fb si vedono quattro uomini. Salgono sulla pira di legno per collocare lo striscione con il messaggio di morte che il clan invia ai collaboratori di giustizia, utilizzando il falò al Savorito. Aperta un'inchiesta dalla Dda sull'episodio avvenuto nella notte di venerdì nel quartiere alla periferia di Castellammare, considerata tra le principali piazze di spaccio della provincia di Napoli gestita dal clan D'Alessandro. Apre un'inchiesta contro ignoti il pm Cimmarota, il magistrato Antimafia titolare delle indagini che hanno decapitato i vertici di quattro cosche e fatto arrestare l'imprenditore Adolfo Greco. Indagini partite dalle dichiarazioni dei pentiti Francesco Belviso e Renato Cavaliere, braccio destro dei boss di Scanzano. Un legame tra il falò della vergogna, con un manichino fatto bruciare tra gli applausi, che fa anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho: "È la risposta della camorra al colpo subito sugli arresti". Ad indagare su quanto avvenuto nella notte dell'Immacolata sono i carabinieri. Gli investigatori cominciano proprio da quell'immagine dei quattro uomini, messaggeri di morte. Risposte che la città chiede dopo lo choc di quel rogo con cui la camorra ha sfidato lo Stato.
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