A casa nascondeva più di mille foto di ragazzini e video. Un archivio personale dell’orrore, suddiviso in cartelle catalogate con date e nomi. Un archivio che incastra l’uomo accusato di pedofilia. Il trentenne ha adescato soprattutto baby calciatori di una scuola di Portici. Gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Napoli, sotto la direzione della Procura partenopea hanno individuato ed arrestato un insospettabile, incensurato, residente in provincia, per produzione e detenzione di materiale pedopornografico, adescamento, corruzione e compimento di atti sessuali, tutti nei confronti di minorenni. Utilizzava falsi profili, fingendosi in alcuni casi un’attraente ragazza, per entrare in contatto con ragazzi molto giovani, prevalentemente tra gli 11 e i 14 anni, allievi di una scuola-calcio di Portici. ne carpiva la fiducia, coprendoli di lusinghe e frasi esplicite, per poi raggiungere il suo proposito perverso, inducendo le giovani vittime a mostrarsi in webcam senza vestiti ed a compiere atti sessuali con lui, fino a spingerli anche ad accettare incontri “reali”. Alcuni bambini hanno alla fine trovato il coraggio di raccontare l’accaduto ai genitori, che immediatamente si sono rivolti alla Polizia di Stato, denunciando i fatti.
Dopo l’irruzione nell’abitazione e la contestuale perquisizione, anche informatica, dei dispositivi elettronici, la Polizia Postale di Napoli ha ricostruito un quadro indiziario assai minuzioso ed articolato, individuando nella disponibilità dell’insospettabile 30enne oltre mille fotografie e filmati ritraenti bambini e giovanissimi ragazzi nel compimento di atti sessuali, ordinate in cartelle create secondo una sorta di categorizzazione utilizzando diversi criteri (nomi, fasce d'età, natura del materiale illecito).
In molti casi, è presumibile che le foto ed i filmati rinvenuti costituiscano il prodotto dell’attività di adescamento e corruzione operata dal soggetto attraverso i social network, ottenuto con l’inganno ed approfittando della giovanissima età delle persone offese.
Ecco perché, spiega la Polizia Postale, è importante che i ragazzi, specie i più giovani, comprendano una volta di più gli enormi pericoli che conseguono ad un utilizzo non prudente dei social network e della Rete in generale ed evitino, ad esempio, di intrattenere conversazioni troppo “riservate”, specie con degli sconosciuti, nelle quali vengano diffusi od inviati contenuti sensibili, propri o altrui. Ma soprattutto, occorre che i ragazzi comprendano l’assoluta importanza di aprirsi con i genitori, con gli insegnanti o con altri adulti di riferimento, quando si cade vittima di spiacevoli incidenti online, se non di veri e propri reati; trovare il coraggio di parlare è fondamentale, perché toglie dalla situazione di isolamento e pone in condizione le Istituzioni, come la Polizia di Stato, di intervenire tempestivamente, aprendo la strada alla risoluzione del problema ed evitando guai più seri.